Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una strategia duplice, spingendo simultaneamente per un accordo diplomatico e una conquista militare della Striscia di Gaza.
Netanyahu ha ribadito che Israele è pronto a negoziare immediatamente una tregua con Hamas per ottenere la liberazione degli ostaggi, ma sottolinea che tali negoziati dovranno avvenire a condizioni “accettabili per Israele”.
Durante una visita a una divisione militare, ha ribadito che la sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi devono procedere di pari passo.
Nonostante l’apertura ai negoziati, il piano di Israele prevede anche una presa di controllo su Gaza City. Le forze armate israeliane stanno già preparandosi all’offensiva, con l’obiettivo di neutralizzare l’infrastruttura di Hamas e assumere il controllo della città, ritenuta il centro operativo del gruppo . Gli ospedali e altri centri sanitari nel nord della Striscia stanno subendo evacuazioni o restrizioni operative.
Il conflitto sta provocando gravi conseguenze umanitarie: in un solo giorno si registrano almeno 70 vittime civili, mentre la fame e il collasso dei servizi di base aggravano la crisi. A livello internazionale, il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha chiesto un cessate il fuoco immediato, e diverse organizzazioni umanitarie sollevano forti preoccupazioni per l’escalation militare.
Nel frattempo, la pressione interna in Israele cresce a causa di manifestazioni contro la gestione del conflitto e la tragica situazione degli ostaggi.
La catena commerciale dello scontro — tra diplomatici e militari — pone Gaza e la popolazione civile al centro di una situazione sempre più critica. Uniti nel dolore, centinaia di famiglie attendono risposte concrete, urgenti e umane.











