L’estate 2025 si preannuncia più cara che mai per i vacanzieri italiani. Secondo i dati diffusi dalle associazioni dei consumatori, rispetto al 2022 i prezzi di diversi servizi legati alle ferie hanno subito aumenti significativi, mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie.
Le spiagge non fanno eccezione: lettini e ombrelloni registrano un rincaro medio dell’8%, confermando una tendenza al rialzo che da anni pesa sui frequentatori degli stabilimenti balneari. A incidere maggiormente però sono i trasporti: i voli nazionali hanno visto un balzo del 36% rispetto al 2024, complici l’aumento dei costi operativi e la forte domanda estiva.
Anche chi sceglie di pernottare in hotel, B&B o case vacanza deve fare i conti con tariffe più alte: gli alloggi turistici segnano un incremento del 20%. Non va meglio per chi opta per viaggi via mare o spostamenti su quattro ruote: le tariffe dei traghetti e del noleggio auto crescono in media del 25%.
Un quadro che alimenta polemiche e malumori, con molte famiglie costrette a rivedere programmi e destinazioni. Le associazioni di categoria parlano di un “effetto combinato” tra inflazione generale, aumento dei costi energetici e speculazioni stagionali, mentre il dibattito politico si concentra sulle responsabilità del governo e sulle misure possibili per contenere i rincari.
L’estate 2025 si conferma tra le più care in assoluto per i vacanzieri italiani. Rispetto al 2022, i rincari non risparmiano alcun comparto: dalle spiagge agli alloggi, dai voli ai traghetti, il carovita pesa sui bilanci familiari.
Spiagge e stabilimenti balneari: ombrellone + lettini saliti complessivamente del 17 % tra il 2021 e il 2025, di cui un +5 % solo tra il 2024 e il 2025 . Il costo settimanale medio è passato da 182 € a 212 €. Alcune località registrano aumenti fino al 9 % .
Alloggi turistici: Rispetto al 2020, i prezzi degli hotel sono aumentati in media del 34%; in particolare sono esplosi quelli nelle città d’arte con un +80%. Inserito nel contesto stagionale, una vacanza in hotel 3 stelle può costare fino a 3.015 € a settimana (es. San Teodoro, Sardegna).
Una famiglia spende mediamente 1.950 €, vale a dire +16 % rispetto alla precedente stagione estiva.
Trasporti aerei: i voli nazionali hanno registrato aumenti in media del +36 % rispetto al 2024, con punte fino al 35,9 %. Rispetto all’estate 2019, il rincaro sui voli nazionali sfiora l’81,5 %, quelli europei il +61 %, e quelli intercontinentali il +65,9 % .
Traghetti e altri trasporti: i traghetti hanno fatto registrare un aumento del +10,9 % rispetto al 2024, mentre il trasporto marittimo complessivo segna +13,9 % rispetto al 2019. Altri mezzi: +10,7 % per i treni, +10,1 % per autobus, +17,6 % per il noleggio auto. Prezzo della benzina +8,3 %, gasolio +12,6 % e pedaggi +7,2 % .
Pacchetti vacanza e strutture ricettive: Pacchetti aumentati del +10,3 % nel 2025. Rispetto al periodo pre-Covid, i pacchetti costano +56,6 %, alberghi +40,6 %, villaggi e campeggi +12,7 %, B&B e case vacanza +22,7 % .
Spesa alimentare e intrattenimento: lido o piscina: +32,7 %. Musei e monumenti: +20,5 %; parchi divertimento: +21,4 %. Ristoranti: +22,5 %; pesce e frutta rispettivamente +23,9 % e +35 % .Gelati +46,4 %, bibite analcoliche +28,8 %, aperitivi alcolici +18,2 %, birra +17,2 %.
Impatto sulle vacanze: secondo il Codacons, quest’estate gli italiani spenderanno in media il 30 % in più rispetto al 2019.
Il numero di italiani che non andrà in vacanza è quasi il 49 %, contro il 39,5 % del 2019, quindi quasi 10 % in più di rinunciatari.
Mentre il turismo continua a rappresentare uno dei pilastri dell’economia italiana, il quadro attuale dipinge una stagione estiva che rischia di essere un privilegio per pochi. Rincari massicci in ogni voce di spesa portano a scelte drastiche: vacanze brevi, mete alternative o, per troppe famiglie, addirittura nessuna vacanza.
Il turismo interno non arresta la sua corsa: si stimano 30,5 milioni di vacanzieri tra giugno e settembre, per una spesa complessiva di circa 35 miliardi di euro. Tuttavia, località come il Lago di Garda registrano un calo di presenze tra i visitatori italiani e tedeschi fino al 20 %, con un quinto delle camere invendute e perdite di fatturato fino al 20 % per molte attività.
Il caro-vacanze è una realtà che non concede tregua, ma la domanda resta: riusciranno le istituzioni e le imprese a trovare soluzioni di contenimento per garantire un turismo sostenibile anche ai ceti medi?