Momenti di paura e tensione all’hotel Excelsior di Napoli, icona dell’ospitalità sul lungomare partenopeo. Un turista marocchino è stato aggredito nella hall da due banditi armati, che lo hanno colpito alla testa con il calcio di una pistola e derubato di un orologio di lusso del valore di circa 80mila euro. Durante l’assalto, uno dei malviventi ha esploso un colpo di arma da fuoco: il proiettile si è conficcato nel controsoffitto, a pochi metri da ospiti e personale, fortunatamente senza provocare feriti.
L’immediato intervento della Polizia ha portato al fermo di un 26enne, già sospettato di essere l’autore di una rapina compiuta poco dopo in un supermercato della zona. L’uomo è ora sotto interrogatorio, mentre prosegue la caccia al complice, ancora in possesso dell’orologio rubato e ritenuto l’autore dello sparo.
Una sequenza di episodi che rappresentano il frutto diretto della nuova strategia adottata dalla camorra: consentire a chiunque di commettere reati, a condizione che una parte dei proventi venga versata nelle casse dei clan. Un “patto criminale” che sta ampliando il bacino dei delinquenti, moltiplicando episodi violenti e diffondendo un clima di impunità.
Le conseguenze sono tangibili: un impatto negativo sul turismo, sull’economia locale e sulla percezione di sicurezza. Per una città che vive anche di immagine e accoglienza, simili episodi rappresentano un duro colpo.
L’aggressione all’Excelsior non è solo l’ennesimo episodio di cronaca nera, ma il campanello d’allarme di un fenomeno che rischia di radicarsi. Napoli merita di essere ricordata per la sua storia, la cultura e il paesaggio, non per essere la vetrina di un modello criminale che si fa sempre più spregiudicato.
Le forze dell’ordine continuano a indagare, mentre cresce la richiesta di una risposta decisa e immediata per contrastare una deriva che minaccia la sicurezza e la reputazione della città.