Un episodio grave e surreale si è verificato nel corso della serata di giovedì 31 luglio a Napoli, in via Taddeo da Sessa, dove un uomo ha minacciato con un fucile i sanitari del 118 per costringerli a trasportare il padre non nell’ospedale stabilito, ma al II Policlinico. L’uomo, un 45enne napoletano, è stato identificato e arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile.
Tutto è iniziato quando un 70enne è stato colto da un malore mentre si trovava all’interno di un autolavaggio della zona. I presenti hanno allertato il 118 e un’ambulanza è giunta poco dopo. Ma all’arrivo dei soccorritori, il figlio dell’anziano – visibilmente agitato – avrebbe impugnato un fucile, puntandolo contro l’equipaggio dell’ambulanza e pretendendo che il padre fosse condotto al II Policlinico, e non all’ospedale del Mare, come previsto dalla centrale operativa.
Nonostante la minaccia, i sanitari hanno agito con sangue freddo, caricando l’uomo in ambulanza e allontanandosi dal luogo del fatto. Il 70enne è stato comunque trasportato all’ospedale del Mare, dove ha ricevuto le cure necessarie.
Nel frattempo, i carabinieri, informati dell’accaduto, sono intervenuti sul posto. Le indagini hanno permesso di identificare il responsabile: si tratta di un uomo di 45 anni, infermiere di professione. I militari hanno rinvenuto e sequestrato l’arma utilizzata, una carabina ad aria compressa, nascosta all’interno di un armadietto dell’autolavaggio.
L’uomo è stato arrestato con l’accusa di minaccia aggravata e interruzione di pubblico servizio. Dopo le formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari.
Questo episodio riaccende i riflettori sulle continue aggressioni subite dal personale sanitario, che troppo spesso si trova a operare in condizioni di forte tensione e insicurezza. Nonostante non si tratti di un’arma da fuoco vera e propria, la carabina ad aria compressa resta un oggetto potenzialmente pericoloso e capace di generare panico e mettere a rischio l’incolumità altrui.
La vicenda lascia sgomenti, soprattutto considerando che il protagonista dell’aggressione è un infermiere, un professionista del settore sanitario che dovrebbe conoscere e rispettare le dinamiche di emergenza e i protocolli medici.
L’intervento dei carabinieri è stato tempestivo e la situazione è stata riportata sotto controllo senza ulteriori conseguenze. Il 70enne è ora in osservazione, mentre per il figlio si apre un’indagine giudiziaria che potrebbe avere sviluppi rilevanti.