Due gravi incidenti sul lavoro nel giro di tre giorni. Tre morti e due feriti gravi. È il tragico bilancio di una settimana nera per la sicurezza nei cantieri in Campania. Due episodi diversi, ma legati dallo stesso filo rosso: il cedimento delle strutture, la caduta dall’alto e la mancanza, o presunta tale, di adeguate misure di protezione.
La prima tragedia si è consumata lo scorso venerdì 25 luglio a Napoli, nel quartiere Rione Alto. Tre operai, tutti impegnati in lavori edili in un palazzo residenziale, sono precipitati da un ponteggio mentre erano al lavoro al quarto piano. Per loro, non c’è stato nulla da fare. Sono morti sul colpo, davanti agli occhi attoniti dei colleghi e dei residenti. L’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli dovrà accertare eventuali responsabilità, ma le prime ipotesi parlano di gravi irregolarità nei sistemi di sicurezza e carenze nei dispositivi di protezione individuale.
Stamattina, lunedì 28 luglio, appena tre giorni dopo, un altro drammatico incidente scuote la provincia di Napoli. A Pompei, nei pressi della stazione ferroviaria, due operai sono precipitati da un carrello elevatore mentre stavano effettuando interventi di manutenzione a un impianto telefonico. Il cestello mobile su cui si trovavano avrebbe ceduto all’improvviso, facendo precipitare entrambi da un’altezza compresa tra i 12 e i 15 metri. Uno è ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale del Mare, l’altro ha riportato gravi traumi ma non è in pericolo di vita. Anche in questo caso, la Procura di Torre Annunziata ha avviato un’indagine e ha disposto il sequestro del cantiere.
In entrambi i casi, le cause vanno ancora accertate, ma gli elementi in comune sono inquietanti: lavori in quota, caduta da altezze elevate, strutture che cedono, e sistemi di sicurezza sotto osservazione. Episodi troppo simili per essere ignorati come casi isolati.
Il presidente della Regione Campania ha parlato di “due ferite profonde che impongono una riflessione immediata”, mentre i sindacati denunciano un sistema di controlli carente e insufficiente, soprattutto nei piccoli cantieri e nei subappalti.
Secondo i dati dell’INAIL, nel 2024 si sono registrati oltre 1.000 decessi sul lavoro in Italia, di cui una parte significativa in edilizia. In Campania, il fenomeno resta particolarmente grave: troppe aziende sottovalutano l’importanza della formazione, dell’uso corretto dei DPI, e della manutenzione delle attrezzature.
Non è solo una questione tecnica, ma anche culturale. La sicurezza viene ancora percepita come un costo, non come un investimento per salvare vite. E i risultati si vedono: lavoratori che cadono nel vuoto, famiglie distrutte, giustizia che arriva troppo tardi.