Nella serata del 22 luglio 2024, intorno alle 22:30, un ballatoio esterno al terzo piano della Vela Celeste — uno dei palazzi residui del complesso delle Vele di Scampia — improvvisamente è crollato. L’evento ha provocato il cedimento dei piani inferiori, trasformando il tragico episodio in un bilancio drammatico: tre vittime e 11 feriti, tra cui sette bambini di età compresa tra i 2 e i 10 anni.
Le vittime, appartenenti allo stesso nucleo familiare: Roberto Abbruzzo, 29 anni, Margherita Della Ragione, 35 anni e Patrizia Della Ragione, 53 anni.
Roberto Abbruzzo, 29 anni, è morto sul colpo: macellaio della zona, padre di una bambina di circa 2 anni. Margherita Della Ragione, 35 anni, è morta in seguito al ricovero in ospedale per un arresto cardiocircolatorio sopraggiunto a causa dei gravi traumi riportati. Qualche giorno dopo è deceduta anche Patrizia Della Ragione, 53 anni. Ricoverata all’ospedale Cardarelli di Napoli per un politrauma, aveva riportato anche la frattura della milza e del bacino. Patrizia Della Ragione era la madre di Roberto Abbruzzo. L’altra vittima, Margherita Della Ragione, era la nipote di Patrizia Della Ragione. La donna deceduta era la nonna di quattro delle sette bambine ricoverate nell’ospedale pediatrico Santobono.
Tra gli 11 feriti, sette erano bambini trasportati negli ospedali cittadini, due in condizioni gravissime. Oltre a coloro che erano sul ballatoio, circa 800 residenti dell’edificio sono stati immediatamente evacuati. Le autorità hanno attivato il piano di soccorso, con interventi di protezione civile e supporto sanitario.
Il 29 luglio si sono svolti i funerali pubblici delle tre vittime celebrati in piazza Giovanni Paolo II, a Scampia. È stata proclamata una giornata di lutto cittadino in tutta Napoli, con bandiere a mezz’asta.
Durante le esequie, l’arcivescovo Domenico Battaglia ha definito il crollo “simbolo di un crollo sociale” che va prevenuto in tutte le periferie d’Italia e ha difeso la dignità di Scampia contro le etichette mediatiche, sottolineando la resilienza della comunità.
La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per reati quali crollo colposo e omicidio colposo, ancora a carico di ignoti. Sono emersi documenti risalenti al 2016 che segnalavano il degrado dei ballatoi e l’ordine di sgombero della Vela Celeste, mai eseguito.
Lo scorso febbraio sono stati formalmente indagati 12 tra funzionari e tecnici del Comune di Napoli, ritenuti responsabili della mancata manutenzione e dell’inerzia sul piano di evacuazione.
Il Comune di Napoli, guidato dal sindaco Manfredi, ha stanziato circa 1 milione di euro per i sussidi alle famiglie sfollate, concessi attraverso contributi all’autonoma sistemazione (tra i 400 e 1 100 euro al mese a seconda dei casi). Alcuni nuclei sono stati trasferiti in appartamenti confiscati alla criminalità nella zona di Secondigliano.
Il progetto Restart Scampia prevede la demolizione graduale degli edifici, con la Vela Celeste destinata a diventare sede di uffici comunali dopo la ristrutturazione.
Molti ritengono il crollo l’inevitabile conseguenza di una costruzione mal concepita e di decenni di incuria e abbandono: una metafora urbana divenuta simbolo di degrado.
È passato un anno dalla tragedia che ha scosso non solo Scampia ma l’intera città di Napoli. Il quartiere, già segnato da stigmi mediatici e sociali, ha visto emergere la vulnerabilità di infrastrutture lasciate in condizioni precarie.
Il crollo ha accelerato il processo di demolizione delle Vele superstiti (Gialla, Rossa, Verde) e ha acceso un dibattito sulla sostenibilità degli interventi urbanistici nel Sud. La necessità di garantire sicurezza abitativa, decoro e diritti sociali è ora al centro del piano di rigenerazione urbana.
L’anniversario del crollo della Vela Celeste non è solo un ricordo doloroso, ma è anche un momento per rinnovare l’impegno verso una periferia giustamente dignitosa. La morte di tre persone innocenti, il ferimento di molti bambini, l’abbandono legislativo e burocratico: tutto questo sollecita una riflessione profonda sul ruolo delle istituzioni e sulla salute civile di intere comunità.