Emanuela Loi aveva solo 24 anni quando, il 19 luglio 1992, perse la vita in uno degli attentati mafiosi più tragici della storia italiana: la strage di via D’Amelio. Era una giovane agente della Polizia di Stato, originaria di Cagliari, entrata in servizio con entusiasmo e senso del dovere. Fu la prima donna della Polizia a essere uccisa in servizio in un attentato di stampo mafioso, divenendo simbolo della lotta alla criminalità organizzata e della forza delle donne in divisa.
Dopo aver frequentato il corso di formazione a Trieste, fu assegnata alla Questura di Palermo, una città che in quegli anni respirava paura, dolore e tensione. Era il 1992, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio. La mafia aveva dichiarato guerra allo Stato e colpiva con ferocia chiunque si opponesse al suo potere.
Emanuela era parte della scorta del giudice Paolo Borsellino, subentrata dopo la morte di Giovanni Falcone. Sapeva, come tutti i suoi colleghi, che quello era un incarico a rischio altissimo. Ma non si tirò mai indietro.
Quella domenica pomeriggio, intorno alle 16:58, Emanuela accompagnava Paolo Borsellino a far visita all’anziana madre in via Mariano D’Amelio. Scese dall’auto insieme a lui. Un attimo dopo, una Fiat 126 imbottita di tritolo esplose con una violenza devastante. L’inferno travolse tutto: il giudice, i suoi agenti di scorta, le mura del palazzo. Emanuela non ebbe il tempo di capire, di reagire, di proteggersi. Fu estratta da quel cumulo di fiamme e macerie insieme al magistrato che stava proteggendo.
>Consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni.
Quella strage portò via, oltre a Emanuela e Paolo Borsellino, anche gli agenti Claudio Traina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina. Persero la vita in un attentato vile, ma il loro sacrificio non fu vano. Da allora, i loro nomi sono incisi nella memoria collettiva come esempi di eroismo e giustizia.
Emanuela Loi non era solo una poliziotta, era una giovane donna con sogni, passioni e una straordinaria dignità. Oggi le sono dedicate scuole, strade, targhe commemorative. La sua figura vive nel ricordo di chi continua a combattere ogni giorno per la legalità.