Un colpo durissimo al mercato illecito dei cosmetici è stato messo a segno dalla Guardia di Finanza di Napoli, che ha sequestrato oltre 2 milioni di prodotti contraffatti e potenzialmente cancerogeni, pronti per essere immessi sul mercato nazionale. L’operazione, frutto di mesi di indagini, ha permesso di smantellare una vera e propria rete criminale dedita alla produzione, al confezionamento e alla distribuzione di cosmetici realizzati con sostanze tossiche, in violazione delle più basilari norme igienico-sanitarie e di sicurezza.
I finanzieri hanno individuato diversi laboratori clandestini, situati tra l’area metropolitana di Napoli e altre province campane, dove venivano realizzati trucchi, creme, rossetti, smalti e prodotti per la cura della pelle. I controlli effettuati sui campioni hanno rivelato la presenza di sostanze vietate in Europa, tra cui parabeni fuori legge, metalli pesanti e siliconi in concentrazioni pericolose. Alcuni di questi composti sono stati definiti cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione (sostanze CMR) da parte dell’ECHA, l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche.
Secondo gli inquirenti, i prodotti venivano venduti sia in negozi compiacenti che tramite piattaforme online, sfruttando etichette falsificate e imitazioni di marchi noti per trarre in inganno i consumatori. Il valore commerciale dei cosmetici sequestrati supera i 5 milioni di euro, ma il danno alla salute pubblica avrebbe potuto essere incalcolabile.
L’operazione ha portato alla denuncia di oltre 12 persone, tra cui imprenditori, chimici e intermediari della filiera distributiva. Alcuni di loro risultano già noti alle forze dell’ordine per reati simili. Le accuse spaziano dalla contraffazione al commercio di prodotti pericolosi, fino all’associazione a delinquere finalizzata alla frode commerciale.
Il caso ha riacceso i riflettori sul fenomeno della cosmesi contraffatta, un settore in continua espansione illegale, alimentato dalla domanda crescente e dai canali di vendita poco controllati. Secondo alcune stime, almeno un prodotto cosmetico su dieci venduto online risulterebbe non conforme alle normative europee.