Più alberi, meno cemento. È questa la sintesi della proposta contenuta in un nuovo studio presentato nei giorni scorsi all’Università Federico II di Napoli, volto a contrastare l’effetto “isola di calore urbana” che in estate trasforma la città in una fornace, soprattutto nelle aree più densamente abitate e prive di vegetazione.
Il progetto, intitolato “Verde strategico per Napoli”, nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura, l’Ordine degli Agronomi e il Comune, e punta a piantare oltre 20.000 nuovi alberi nei prossimi cinque anni in zone chiave della città, tra cui Piazza Garibaldi, via Marina, Ponticelli e i Quartieri Spagnoli.
Secondo i dati presentati durante il convegno, la temperatura media estiva a Napoli è aumentata di quasi 2°C negli ultimi 30 anni, con picchi che superano facilmente i 40°C nei quartieri asfaltati e privi di ombra. L’effetto “urban heat island” (UHI) – cioè il surriscaldamento delle aree urbane rispetto a quelle periferiche o rurali – colpisce in particolare le fasce più fragili della popolazione, come anziani, bambini e persone con patologie croniche.
“Una città più verde non è solo più bella, ma è anche più sana e vivibile”, ha dichiarato la professoressa Luisa Striano, climatologa e tra le autrici dello studio. “Gli alberi possono abbassare la temperatura percepita fino a 5°C, ridurre l’inquinamento atmosferico, assorbire anidride carbonica e offrire ombra e ristoro ai cittadini”.
Il piano individua oltre 60 “zone rosse climatiche” dove la piantumazione di alberi e la creazione di piccole aree verdi urbane avrebbero un impatto immediato. Si tratta in molti casi di piazze asfaltate, cortili scolastici, marciapiedi larghi non utilizzati, ma anche aree dismesse come l’ex deposito ANM di via Brin.
Inoltre, il progetto prevede l’installazione di “micro-boschi urbani” con essenze autoctone (lecci, bagolari, tigli e frassini) a crescita rapida, da affiancare a tetti verdi, pareti vegetali e arredi urbani ombreggianti. Saranno coinvolti studenti, associazioni di quartiere e giardinieri locali.
L’assessore all’Ambiente Paolo Mancuso ha espresso il pieno sostegno del Comune all’iniziativa, annunciando che il progetto potrebbe essere finanziato attraverso fondi PNRR residui e programmi europei per la rigenerazione urbana: “Siamo pronti a lavorare con le università e i cittadini per rendere Napoli una città modello nella lotta al cambiamento climatico”.
Nel frattempo, alcune scuole e condomini hanno già avviato iniziative sperimentali di forestazione urbana, come quelle al Rione Traiano e nel quartiere San Giovanni a Teduccio, dove piccole aree dismesse sono state trasformate in giardini didattici e spazi verdi condivisi.
Lo studio lancia infine un appello a cambiare la visione dello spazio urbano: “Ogni albero in città è un investimento sulla salute, sul futuro e sulla giustizia ambientale”, si legge nel documento. In una Napoli che soffoca tra caldo e smog, la sfida del verde non è solo estetica, ma esistenziale.