Quando una scuola crolla, non è solo il cemento a spezzarsi. Crollano certezze, sicurezze, fiducia. E quando al cedimento strutturale segue quello delle risposte, allora il danno si fa doppio. È quanto sta accadendo nell’Istituto Comprensivo Perasso di Ponticelli dove, nei giorni scorsi, circa 20 metri quadrati del solaio di un’aula didattica sono crollati improvvisamente, lasciando detriti, paura e tanti punti interrogativi.
Una tragedia, evitata solo grazie al coraggio e alla prontezza delle insegnanti. Da allora, però, al posto di un’azione rapida e decisa da parte delle istituzioni, è calato un silenzio inaccettabile.
Un silenzio che pesa come macerie non rimosse.
Le famiglie, unite e consapevoli, hanno deciso di rompere questo silenzio. Di alzare la voce contro l’indifferenza, contro le promesse mancate, contro l’idea che tutto possa essere rimandato. Perché qui non si parla solo di spazi, ma del diritto all’educazione, alla stabilità, alla dignità dei bambini. E perché il vero crollo, oggi, è quello della fiducia.
Di seguito riportiamo una lettera pervenuta nei giorni scorsi alla redazione di Napolitan.it da parte di una delle mamme dei bambini:
Una scuola che crolla due volte: prima nel solaio, poi nel silenzio delle istituzioni
Un appello delle famiglie per i diritti dei bambini e la dignità dell’educazione
Qualche settimana fa, il solaio di una scuola dell’infanzia è crollato. Un episodio gravissimo che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia se non fosse stato per la prontezza e il sangue freddo delle insegnanti e dei collaboratori tutti che sono riusciti a portare in salvo tutti i bambini presenti – anche quelli del nido annesso – prima che fosse troppo tardi.
Quel giorno abbiamo tremato. E non solo per lo spavento.
Abbiamo tremato perché sapevamo – e oggi possiamo dirlo ad alta voce – che le crepe c’erano da tempo. Le crepe non erano solo nei muri, ma anche nell’attenzione, nella prevenzione, nella responsabilità. Quelle crepe erano note ai responsabili. Più volte segnalate dal personale scolastico.
Ora la scuola è stata dichiarata inagibile. Ma il vero problema è che, insieme al crollo, è crollata anche la fiducia dei genitori. La fiducia in chi dovrebbe garantire sicurezza, ascolto, trasparenza. In chi aveva promesso una soluzione entro luglio per garantire continuità didattica alle tre sezioni dell’infanzia. Invece siamo arrivati a fine giugno, e di quella sede alternativa promessa non c’è traccia. Né informazioni. Né certezze.
A peggiorare il tutto, si è tenuto recentemente un incontro tra una rappresentanza dei genitori e un funzionario incaricato. Ma quell’incontro si è trasformato in un paradosso: noi, genitori colpiti da un evento così grave, siamo usciti sentendoci quasi in dovere di ringraziare, pur non avendo ricevuto nulla di concreto. Nessuna data, nessun luogo, nessun progetto reale. Solo parole, rassicurazioni generiche, promesse che svaniscono nel tempo.
Ma questa volta no. Non staremo zitti.
I genitori non intendono sottostare a questa condizione di incertezza e abbandono. Non accetteranno soluzioni improvvisate, né l’ennesimo rinvio. E sono pronti a protestare pubblicamente, se entro breve non verranno fornite risposte reali e tempi certi.
I nostri figli non sono pacchi da spostare da una scuola all’altra, da dividere in sezioni, da “sistemare” all’ultimo momento. Sono bambini con un diritto sacrosanto alla continuità educativa, al rispetto del proprio gruppo classe, delle proprie maestre, della propria routine. Per loro – che hanno già vissuto lo choc di un crollo nella “loro” scuola – ricominciare in un posto sconosciuto, senza punti di riferimento, è un trauma che nessuno ha il diritto di infliggere.
Non si tratta solo di spazi. Si tratta di rispetto. Di ascolto. Di cura.
Noi chiediamo a gran voce:
Che venga comunicata immediatamente una sede alternativa concreta, sicura e idonea, dove ospitare tutte e tre le sezioni dell’infanzia insieme.
Che venga garantita la continuità educativa con le maestre e i compagni di classe.
Che si apra un canale di comunicazione trasparente e costante tra dirigenza, Comune e famiglie.
Non si può pensare che i genitori arrivino a settembre senza sapere se e dove il proprio figlio potrà frequentare la scuola. È inaccettabile.
I nostri bambini meritano rispetto. E una scuola che non crolla né nel cemento, né nella fiducia.