Giovanni Braccia, 54 anni, fino allo scorso ottobre è stato uno dei fedelissimi del clan “De Martino XX” – potentissimo gruppo criminale della zona est di Napoli. Arrestato lo scorso 2 ottobre nell’ambito di un maxi-blitz con 60 arresti, Braccia è stato indicato come figura apicale del clan. Ma è in seguito alla sua scelta di collaborare con la giustizia che la sua vicenda ha assunto contorni di vero e proprio terremoto investigativo. la sua dissociazione dal clan, tuttavia, era iniziata molti mesi prima, quando aveva contattato la direttrice di Napolitan.it, la giornalista Luciana Esposito, per manifestare la volontà di collaborare attivamente alle sue inchieste.
Arrestato con esponenti delle cosche De Micco e De Martino, Braccia ha optato per la collaborazione appena due settimane dopo il blitz, accettando di testimoniare davanti ai pm Simona Rossi e Sergio Raimondi della DDA di Napoli.
Da quel momento ha reso quasi 200 pagine di verbali, molte delle quali ancora secretate, ma già utilizzate nelle udienze contro vertici della cosca.
Braccia ha svelato uno dei business principali del clan: “Quando un alloggio pubblico era libero […] veniva occupato solo dopo aver pagato la camorra […] circa 30.000 euro… di cui 5.000 finivano a Francesco De Martino”.
L’indagine ha scoperto che nessuna transazione immobiliare nella zona era possibile senza l’ok del clan, un controllo militare e capillare sull’assegnazione degli immobili .
Braccia ha anche rivelato l’esistenza di depositi di armi “Le armi si trovano in via Hemingway… nel soffitto, altezza di un buco dove prima c’era un condizionatore […] pistola 9×21, calibro 38, fucile mitragliatore”.
Ha inoltre fatto luce su episodi inquietanti: Francesco De Martino e la moglie Lina, sorvegliati da scorte armate anche quando accompagnavano la nipote a scuola.
Secondo Braccia, la moglie del boss, Lina Ricci, era figura di potere ancora più influente del marito: “…Lina Ricci è terribile, comanda più del marito”.
Braccia non era un affiliato anonimo. Appartenente per via materna a potenti famiglie camorristiche dei D’Amico, ha sede nel sistema criminale di Ponticelli diversi intrecci familiari e illeciti legami politici.
Braccia ha fornito nomi, ruoli, strutture operative e modus operandi del clan, alimentando un’inchiesta che potrebbe scardinare definitivamente non solo il clan De Martino.
Contrasto sistemico: i suoi verbali, già utilizzati nei processi, si prevede genereranno nuovi mandati di arresto.
Giovanni Braccia non è solo un ex ras convertito: è una pedina strategica nella lotta contro la camorra. Le sue testimonianze hanno squarciato il velo sul sistema di controllo degli alloggi, la militarizzazione del clan e centrate figure cardinali come Lina Ricci. Il suo ruolo attuale, da interno dei De Martino a fulcro delle indagini della magistratura, sottolinea una fase di declino irreversibile del clan, e apre spazi per nuove prospettive di legalità nella periferia est di Napoli.