All’altezza del cimitero di Ponticelli, le strisce pedonali sono diventate quasi invisibili: le piante sparti-traffico, lasciate crescere senza manutenzione, ostruiscono completamente la visuale. Non solo coprono la segnaletica orizzontale: schermano anche la carreggiata, impedendo ai pedoni, soprattutto anziani, di attraversare in sicurezza, costringendoli a camminare metri sotto il sole pur di raggiungere un punto visibile dove poter raggiungere il versante opposto della strada a doppia corsia in sicurezza.
Un timore legittimato da un dato di fatto oggettivo: via Argine è stata teatro di due incidenti mortali negli ultimi mesi:
A giugno del 2024, Patrizia Maietta, 67anni, è stata investita all’altezza dell’incrocio con viale Margherita da un autoarticolato. La donna stava attraversando le strisce pedonali, ma il camion l’ha trascinata per diversi metri, uccidendola sul colpo. Il conducente non si è accorto di nulla ed è stato rintracciato grazie ai testimoni.
Stessa sorte lo scorso ottobre per Salvatore Cacciola, ciclista 86enne travolto e ucciso da un tir mentre percorreva via Argine: un altro tragico incidente che ha acceso il dibattito sulla pericolosità delle strade della periferia orientale di Napoli.