Due agguati in meno di ventiquattro ore, due uomini uccisi in pieno giorno, a distanza di pochi chilometri e con modalità simili: il Napoletano torna a fare i conti con la violenza camorristica. Le ultime ore sono state segnate da un’escalation di sangue che, secondo gli investigatori, potrebbe essere il segnale di una nuova faida tra clan dell’area nord, in particolare tra costole storiche dei Moccia e gruppi satelliti in fase di riorganizzazione.
Il primo agguato si è consumato la mattina del 10 giugno a Cardito, quando Antonio Vitale, 56 anni, è stato freddato a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in auto con la moglie. L’uomo, ritenuto vicino al gruppo Pezzella-Ullero, è stato colpito da almeno dieci proiettili esplosi da due killer in sella a una moto di grossa cilindrata. I sicari indossavano caschi integrali e si sono dileguati subito dopo l’esecuzione.
La donna, presente nell’abitacolo, è rimasta illesa ma sotto choc. Le modalità dell’azione – rapide, violente e studiate – hanno subito indirizzato le indagini verso l’ambiente della criminalità organizzata. Vitale era ritenuto figura di raccordo tra gruppi attivi nell’hinterland e l’ala storica del clan Moccia.
Poco più di 24 ore dopo, l’11 giugno, un secondo agguato ha sconvolto la città di Afragola. La vittima è Pasquale Buono, 45 anni, titolare di un negozio di biancheria in corso Italia, zona popolare delle palazzine Gescal. Due uomini in scooter lo hanno raggiunto all’interno dell’attività commerciale e gli hanno sparato diversi colpi, colpendolo mortalmente nonostante il tentativo di rifugiarsi dietro il bancone. La scena si è consumata davanti al padre dell’uomo, anch’egli presente nel negozio.
Anche Buono, secondo quanto trapela dalle fonti investigative, sarebbe stato legato ad ambienti criminali vicini a frange scissioniste dei Moccia, forse impegnate in manovre autonome sul territorio o coinvolte in vecchi conti in sospeso. Gli inquirenti non escludono che l’uomo sia stato punito per essersi allontanato da logiche gerarchiche o per essersi reso protagonista di episodi ritenuti “scomodi”.
Le somiglianze tra i due episodi sono numerose: killer su moto, caschi integrali, colpi a bruciapelo, fughe rapide e nessun margine di salvezza per le vittime. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno cercando di accertare se ci sia una regia comune dietro i due omicidi o se si tratti di una rappresaglia incrociata all’interno della stessa guerra tra clan.
Nel mirino ci sarebbero i nuovi equilibri criminali nella zona nord di Napoli, dove gruppi emergenti cercano di affermarsi dopo la crisi di leadership del clan Moccia. La frattura interna potrebbe aver aperto la strada a una guerra intestina tra ex alleati diventati rivali. Gli investigatori stanno anche esaminando i bossoli ritrovati, le immagini di videosorveglianza e i movimenti registrati nei giorni precedenti.