Una comunità si stringe attorno alla memoria di due giovani, Mohammed Al Sultan e suo fratello Bahaa, rispettivamente 23enne allenatore e 14enne giocatore dell’Al Haddaf Team, tragicamente uccisi insieme alla famiglia il 16 maggio scorso, in seguito ai bombardamenti nella Striscia di Gaza. Per ricordarli, è stato organizzato a Napoli un torneo di calcio dedicato a loro, accompagnato da iniziative di sensibilizzazione.
Già a gennaio, la scuola calcio Spartak San Gennaro – che opera nei quartieri a rischio di Napoli – aveva siglato un patto di “gemellaggio” con la formazione palestinese. L’obiettivo era sostenere i loro ragazzi nello svolgimento dello sport, nonostante la gravissima condizione in cui si trovava la Striscia di Gaza. “Da gennaio, per quanto possibile, siamo rimasti sempre in contatto con gli allenatori dell’Al Haddaf – raccontano gli educatori – e ad ogni notizia di bombardamenti eravamo in apprensione. La morte del nostro collega Mohammed e del suo piccolo fratello ci ha lasciati sgomenti” .
Le celebrazioni in ricordo dei due fratelli sono iniziate questa mattina, mercoledì 11 giugno, con un flash‑mob promosso dagli attivisti di Liberi Edizioni: è stata coperta la saracinesca di un negozio con una grande “prima pagina” recante la scritta “Chi resiste non muore mai!”, affiancata alla fotografia di Mohammed con i suoi ragazzi.
In serata, prenderà il via un torneo di calcio completamente dedicato alla memoria di Mohammed e Bahaa. Prima dell’inizio delle partite, verranno deposti papaveri rossi di carta, realizzati dagli stessi ragazzi, davanti a una targa commemorativa. Un gesto simbolico che unisce Napoli a Gaza nel nome della solidarietà e dello sport.
L’iniziativa sottolinea il potere dello sport come veicolo di fratellanza e pace. Attraverso gesti semplici ma carichi di significato – come il gemellaggio con un club palestinese e la costruzione di eventi commemorativi – si riafferma l’idea che lo sport sia anche un linguaggio universale capace di fronteggiare sofferenza, ingiustizia e sofferenze legate a conflitti lontani.
Napoli lancia così un messaggio chiaro: non dimenticare, non normalizzare la strage civile, e continuare a costruire reti di sostegno e solidarietà. Mohammed e Bahaa – uomo e ragazzo – tornano a vivere con ogni calcio, ogni gesto, ogni parola di memoria sui campi; nel ricordo divengono seme di speranza e resistenza.