È una vicenda che ha scosso notevolmente l’opinione pubblica quella dell’omicidio di Nicola Mirti, 18 anni, accoltellato mortalmente domenica 8 giugno sulla spiaggia dello stabilimento “Palma Rey” di Varcaturo. Il presunto responsabile è Salvatore Sannino, 19enne di Mugnano di Napoli, arrestato poche ore dopo l’aggressione.
Il delitto è avvenuto intorno alle 13, davanti a numerosi testimoni. Nicola era in fila al bar del lido quando è stato raggiunto da Sannino. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due si sono scambiati poche parole – una frase come “Che me guarda a fa?” – poi Salvatore ha estratto un coltello e ha colpito Nicola con due fendenti al torace. Le ferite si sono rivelate letali. Il 18enne è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, ma è morto poco dopo l’arrivo.
Le indagini coordinate dalla procura di Napoli Nord e condotte dalla Squadra Mobile di Caserta hanno chiarito che alla base del gesto non c’è stata una lite improvvisa, bensì un rancore che covava da mesi. Nicola e Salvatore si conoscevano e avevano avuto uno scontro già a settembre 2024. A questo si erano aggiunte provocazioni e offese reciproche sui social, alimentando una tensione crescente tra i due.
Fonti investigative parlano di diverbi legati a contesti giovanili con possibili collegamenti a dinamiche di spaccio o frequentazioni in ambienti borderline. Tuttavia, al momento non ci sono prove certe che l’omicidio sia direttamente collegato a questioni di droga o criminalità organizzata.
Salvatore Sannino è un ragazzo di 19 anni, residente a Mugnano di Napoli, comune dell’area nord di Napoli. Chi lo conosce lo descrive come un giovane schivo, apparentemente lontano da ambienti violenti. Eppure, dalle indagini emergono profili molto diversi, con un comportamento aggressivo alimentato da frustrazioni personali e dalla dinamica competitiva di certi contesti giovanili. Il 19enne è figlio di Pasquale Sannino, noto pregiudicato della zona, arrestato per spaccio di cocaina. In un’altra circostanza, anche la madre di Salvatore finì in manette per aver spacciato stupefacenti nella zona del casertano.
Sannino è stato identificato grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza del lido e alle testimonianze dei presenti. È stato arrestato in serata dalla Polizia di Stato, condotto in questura a Caserta e poi trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Le accuse nei suoi confronti sono gravissime: omicidio volontario aggravato, e potrebbero aggiungersi ulteriori contestazioni a seconda dell’evoluzione delle indagini.