Una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, ha portato all’esecuzione di 45 misure cautelari in diverse località della provincia di Napoli e in altre province italiane. L’indagine ha disarticolato un’organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nonché a reati quali estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa.
Il gruppo era capeggiato da tre avvocati residenti nel Nolano, che gestivano ciascuno un Centro di Assistenza Fiscale (CAF). Questi centri erano il fulcro attraverso cui venivano smistate e perfezionate pratiche di immigrazione irregolare, con documenti falsificati e dichiarazioni mendaci. Uno degli avvocati coinvolti, grazie ai profitti illeciti accumulati, si è persino potuto permettere l’acquisto di una lussuosa Ferrari.
Le vittime di questa rete criminale erano migranti provenienti da varie parti del mondo, i quali dovevano sborsare fino a 10.000 euro per ottenere l’ingresso illegale in Italia. La procedura prevedeva la creazione di false istanze per permessi di soggiorno tramite l’utilizzo di sistemi informatici sofisticati, gestiti da “inseritori” specializzati che utilizzavano computer e connessioni internet ad alta velocità per inviare le richieste al portale dello Sportello Unico per l’Immigrazione (SUI).
Tra gli arrestati figura anche un agente di polizia in servizio presso il commissariato di Poggioreale. Il poliziotto sfruttava le proprie competenze informatiche per inserire direttamente nel sistema SUI richieste fraudolente, facilitando così il rilascio di documenti falsi. In alcune intercettazioni telefoniche, il poliziotto si vantava apertamente del proprio ruolo, arrivando a scherzare sull’impunità dei suoi reati.
Le indagini hanno inoltre rivelato la presenza di esponenti del clan camorristico Fabbrocino, che avevano stretto alleanze con i tre avvocati e altri complici per partecipare al business dell’immigrazione clandestina. Quando non potevano entrare direttamente nel giro, imponevano richieste estorsive per consentire lo svolgimento delle attività illecite. In un’intercettazione, due dipendenti di uno dei CAF denunciavano come un avvocato e il poliziotto arrestati gestissero un’attività così redditizia da estorcere fino a 20.000 euro.
Oltre agli arresti — di cui 11 in carcere, 23 ai domiciliari e 11 con misure meno restrittive — la Polizia ha sequestrato beni per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra questi figurano automobili di lusso, conti correnti e immobili, incluso il veicolo di alta gamma acquistato da uno degli avvocati coinvolti.
Nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la Procura della Repubblica di Napoli, il procuratore capo Nicola Gratteri ha sottolineato l’importanza di questa operazione nel contrasto all’immigrazione clandestina e ai fenomeni criminali ad essa collegati, ribadendo come la presenza di figure istituzionali corrotte renda ancora più insidioso questo tipo di criminalità.