Il femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola brutalmente uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci, ha scosso profondamente l’Italia, sollevando interrogativi sulla violenza di genere tra i giovani.
Martina è scomparsa la sera del 26 maggio. Il suo corpo è stato ritrovato due giorni dopo in un edificio abbandonato vicino allo stadio Moccia di Afragola, nascosto sotto un armadio tra rifiuti ed escrementi. Secondo le indagini, Alessio Tucci, 19 anni, l’ha colpita alla testa con una pietra dopo un litigio, poiché Martina aveva interrotto la loro relazione. Dopo l’omicidio, Tucci ha tentato di occultare il corpo e ha partecipato alle ricerche della ragazza insieme ai genitori di lei, fingendo preoccupazione.
Tucci ha confessato il delitto ed è stato arrestato con l’accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. L’udienza di convalida del fermo si terrà oggi, 30 maggio, presso il carcere di Poggioreale, dove il giovane è detenuto. L’autopsia sul corpo di Martina è prevista per il 3 giugno, al fine di chiarire ulteriormente le circostanze della morte.
I genitori di Martina, Fiorenza Cossentino e Marcello Carbonaro, hanno espresso il loro immenso dolore e la sensazione di tradimento, avendo accolto Tucci come un figlio. “Avevo in macchina l’assassino di mia figlia e non lo sapevo”, ha dichiarato il padre, ricordando come Tucci avesse partecipato alle ricerche dopo l’omicidio.
La comunità di Afragola ha risposto con una fiaccolata alla quale hanno partecipato circa duemila persone, tra cui molti giovani. In testa al corteo, uno striscione recitava: “L’amore non uccide”. Il sindaco Antonio Pannone ha espresso il cordoglio della città e ha sottolineato l’importanza di educare al rispetto e alla non violenza.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato il tragico evento, definendolo “una violenza che lascia senza fiato” e ha sottolineato la necessità di una profonda svolta culturale per prevenire simili tragedie.