Il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha lanciato un allarme sulle condizioni delle carceri italiane, evidenziando come le mafie esercitino un controllo significativo all’interno degli istituti penitenziari. Secondo Gratteri, la presenza di sezioni di Alta e Media Sicurezza, insieme a quelle per detenuti comuni, consente alle organizzazioni criminali di mantenere il loro potere anche durante la detenzione.
In una recente intervista, Gratteri ha sottolineato che “non si contavano più ormai dietro le sbarre i pestaggi e i soprusi commessi da detenuti per mafia ai danni dei detenuti comuni” . Ha inoltre affermato che “nelle carceri italiane il trattamento è impossibile”, indicando come le attuali strutture penitenziarie non siano in grado di garantire la sicurezza e la rieducazione dei detenuti.
Per comprendere appieno le preoccupazioni di Gratteri, è importante distinguere tra i regimi detentivi di Alta Sicurezza e il 41-bis.
Alta Sicurezza (AS):
Le sezioni di Alta Sicurezza sono suddivise in diverse categorie:
AS1: Destinata a detenuti per reati di criminalità organizzata, esclusi quelli sottoposti al 41-bis.
AS2: Riservata a detenuti accusati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico.
AS3: Per detenuti coinvolti in reati gravi ma non rientranti nelle categorie precedenti.
In queste sezioni, i detenuti hanno una certa possibilità di interazione tra loro, il che può facilitare la continuazione delle attività criminali e il mantenimento delle gerarchie mafiose all’interno del carcere.
41-bis:
Il regime del 41-bis, noto anche come “carcere duro”, è stato introdotto per isolare completamente i detenuti considerati particolarmente pericolosi, come i boss mafiosi. Le caratteristiche principali di questo regime includono:
Isolamento totale: I detenuti sono confinati in celle singole e hanno limitate possibilità di interazione con altri detenuti.
Controllo rigoroso: Ogni aspetto della vita del detenuto è monitorato, inclusi i colloqui con familiari e avvocati.
Limitazioni severe: Le attività ricreative e le comunicazioni con l’esterno sono fortemente restrittive.
Questo regime mira a prevenire che i detenuti continuino a esercitare il loro potere criminale dall’interno del carcere.
Le osservazioni di Gratteri sollevano interrogativi sulla gestione delle carceri italiane e sull’efficacia dei regimi detentivi attuali nel contrastare la criminalità organizzata. La presenza di sezioni di Alta e Media Sicurezza, dove i detenuti possono interagire, potrebbe facilitare il mantenimento delle strutture mafiose e la perpetuazione delle attività criminali.
La proposta implicita è quella di rivedere l’organizzazione delle carceri, potenzialmente ampliando l’applicazione del regime 41-bis o creando nuove misure che impediscano alle mafie di esercitare il loro potere anche durante la detenzione.