Il recente arresto di tre persone a Cercola, accusati di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, ha nuovamente acceso i riflettori sull’influenza pervasiva del clan Moccia nei comuni vesuviani. Questa operazione, condotta dai Carabinieri della Tenenza di Cercola su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia, evidenzia come il sodalizio camorristico continui a esercitare un controllo capillare sul territorio, sfruttando l’intimidazione e la violenza per consolidare il proprio potere economico e sociale.
Fondato negli anni ’60 da Gennaro Moccia, l’omonimo clan ha consolidato la propria presenza nei comuni di Afragola, Casoria, Arzano e Caivano, estendendo successivamente le sue attività anche nella regione Lazio. Dopo l’uccisione del fondatore, la leadership è passata alla moglie, Anna Mazza, e successivamente ai figli, che hanno trasformato l’organizzazione in una vera e propria holding criminale. Il clan ha saputo diversificare le proprie attività illecite, infiltrandosi in settori strategici dell’economia locale e nazionale.
Le indagini hanno rivelato come il clan Moccia abbia investito ingenti capitali illeciti in appalti pubblici, in particolare nel settore ferroviario. Attraverso società controllate o collegate, il clan è riuscito a ottenere commesse per la realizzazione di infrastrutture, come la stazione dell’Alta Velocità di Afragola, utilizzando prestanome e corrompendo funzionari pubblici per assicurarsi i contratti.
Parallelamente, il clan ha esteso la sua influenza nel settore ambientale, gestendo illegalmente lo smaltimento di rifiuti speciali, oli esausti e scarti di macellazione. Queste attività non solo hanno generato profitti illeciti, ma hanno anche avuto un impatto devastante sull’ambiente e sulla salute pubblica.
Oltre alle attività economiche, il clan Moccia continua a esercitare un controllo diretto sul territorio attraverso l’usura e le estorsioni, come sottolineano le recenti indagini dei carabinieri di Cercola. Numerosi imprenditori e commercianti sono stati costretti a versare somme di denaro al clan per poter operare liberamente, spesso sotto la minaccia di violenze o ritorsioni. In alcuni casi, le vittime sono state costrette a cedere le proprie attività commerciali al clan, che le ha poi utilizzate per riciclare denaro sporco.
L’influenza del clan Moccia non si limita alla Campania. Le indagini hanno evidenziato come l’organizzazione abbia stabilito solidi legami anche in altre regioni italiane, in particolare nel Lazio, dove alcuni membri di spicco si sono trasferiti per gestire gli affari del clan. Questa espansione territoriale ha permesso al clan di diversificare ulteriormente le proprie attività e di rafforzare la propria posizione nel panorama della criminalità organizzata italiana.
I tre arresti eseguiti a Cercola rappresentano la punta dell’iceberg di una rete criminale ben radicata e strutturata.