Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto lo status di rifugiata a Isabella, una donna transgender di origine brasiliana, accogliendo la sua richiesta di protezione internazionale a causa del clima di odio transfobico documentato nel suo Paese d’origine.
Isabella, 42 anni, si trovava in Italia da alcuni anni e aveva affrontato un periodo di detenzione a Napoli, durante il quale era stata destinataria di un provvedimento di espulsione al termine della pena. Grazie al supporto dell’associazione Antinoo Arcigay Napoli e dell’avvocata Mara Biancamano, responsabile del settore giuridico dell’associazione, Isabella ha potuto impugnare il provvedimento e presentare una richiesta di protezione internazionale.
Nonostante l’adozione di leggi a tutela delle persone LGBTQIA+ e una pronuncia del Tribunale Superiore Federale del 2019 che equipara la discriminazione basata su genere e orientamento sessuale al reato di razzismo, in Brasile persiste una violenza radicata contro la comunità LGBTQIA+. Secondo il rapporto annuale dell’Associazione Nazionale Travestiti e Transessuali (Antra), in Brasile quasi una persona al giorno viene uccisa perché transessuale o transgender, e l’aspettativa di vita delle persone trans è di soli 35 anni.
“Dopo anni di attesa e ansia, oggi ho tirato un sospiro di sollievo. Sapere che posso vivere in serenità sia fisicamente che psicologicamente è una grande gioia”, ha dichiarato Isabella. “Il Brasile è un Paese bellissimo, ma per noi della comunità LGBT è estremamente pericoloso. Viviamo in costante pericolo a causa dell’omofobia e dell’odio, in particolare verso le persone transgender. C’è il rischio costante di uscire di casa, magari per fare la spesa, e non farvi più ritorno, di essere uccise, come è già successo a tante ragazze transgender che conoscevo. Purtroppo, il Brasile è un Paese dove le persone transgender non possono vivere una vita serena, dove le nostre vite non valgono nulla”.
L’associazione Antinoo Arcigay Napoli ha svolto un ruolo fondamentale nel supportare Isabella, sia durante la detenzione che nel percorso legale per ottenere la protezione internazionale. Lo sportello “Al di là del muro”, attivo nelle carceri di Secondigliano e Poggioreale, è stato il primo punto di riferimento per Isabella, priva di permesso di soggiorno e sotto minaccia di espulsione al termine della pena detentiva. Successivamente, lo sportello “Migrantinoo”, dedicato ai migranti LGBTQIA+, ha preso in carico il suo caso, permettendo la richiesta di protezione internazionale.
La decisione del Tribunale di Napoli rappresenta una sentenza storica, evidenziando l’importanza di riconoscere e proteggere i diritti delle persone transgender e LGBTQIA+ che fuggono da Paesi dove sono vittime di discriminazione e violenza. Il caso di Isabella sottolinea la necessità di garantire un’assistenza adeguata e percorsi di integrazione per le persone transgender migranti, spesso esposte a condizioni di grande vulnerabilità. .