Nel Mezzogiorno italiano, nonostante le sfide legate alla disoccupazione femminile e alla carenza di servizi, molte donne hanno intrapreso percorsi professionali di successo, diventando esempi di resilienza e innovazione.
Maria Russo (Campania): Grazie al programma “Resto al Sud”, ha avviato un’azienda agricola biologica a Benevento, puntando sulla produzione di ortaggi a km 0 e agricoltura sostenibile.
Mariarita Costanza (Puglia): Ingegnere elettronico, ha fondato Macnil a Gravina in Puglia, azienda leader nella telematica e nell’Internet of Things. Il suo impegno ha contribuito a creare occupazione femminile qualificata nel settore tecnologico.
Luigia Granata, Giuliana Furrer, Martina Sicilia, Elena Sodano, Rosi Pantano (Calabria): Con attività in ambiti diversi — dal turismo alla cultura, dai servizi sociali all’artigianato — queste imprenditrici calabresi hanno ridato vita a territori fragili, valorizzando le risorse locali e creando lavoro.
Anna Maria Carloni (Campania): Politica e docente, ha ricoperto incarichi nazionali, tra cui senatrice e assessora, promuovendo attivamente le politiche per l’occupazione femminile e la coesione sociale.
Teresa Bellanova (Puglia): Ex ministra del Lavoro e delle Politiche Agricole, ha iniziato come bracciante agricola e sindacalista. La sua carriera testimonia un forte impegno per i diritti dei lavoratori e per la valorizzazione del lavoro femminile.
Secondo Unioncamere, nel Mezzogiorno un’impresa su quattro è guidata da una donna, segno di un cambiamento in atto e di una crescente consapevolezza del ruolo femminile nello sviluppo economico locale.
Queste storie testimoniano come, nonostante le difficoltà, le donne del Sud Italia stiano contribuendo attivamente al progresso economico e sociale delle loro comunità, diventando modelli di ispirazione per le future generazioni.