Immaginate di essere genitori di un bambino con autismo. Le sfide quotidiane nella comunicazione, nelle interazioni sociali e nei comportamenti ripetitivi diventano parte della vostra realtà. Un problema che riguarda oggi 1 bambino su 36 nel mondo e, inevitabilmente, la relativa famiglia. Le terapie comportamentali restano senza dubbio uno strumento utilissimo per aiutare questi pazienti. Qualcosa di nuovo, però, si sta muovendo nell’ambito delle terapie sperimentali. Ci riferiamo in particolare alla terapia cellule staminali. Ma quali prospettive si aprono per migliorare la qualità della vita di questi bambini?
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Cos’è la terapia con cellule staminali?
Pensate alle cellule staminali come ai “mattoncini primordiali” del nostro corpo. Hanno due super poteri: possono moltiplicarsi (auto-rinnovarsi) e trasformarsi in diversi tipi di cellule specializzate. È come avere un esercito di aiutanti versatili pronti a intervenire dove serve.
Nel mondo delle cellule staminali troviamo:
- Staminali mesenchimali: le più promettenti per l’autismo, provenienti da midollo osseo, cordone ombelicale o tessuto adiposo
- Staminali ematopoietiche: specializzate nella formazione del sangue
- Staminali neurali: dedicate al sistema nervoso
- Staminali pluripotenti indotte: cellule “riprogrammate” per tornare a uno stato più versatile
La cura è più semplice di quanto si possa pensare. I medici prelevano alcune cellule dal paziente e le fanno moltiplicare in laboratorio. Poi le reiniettano nel corpo attraverso una flebo in vena o con un’iniezione nel liquido che circonda il cervello e il midollo spinale. Ma cosa accade subito dopo?
Benefici della terapia con cellule staminali per i disturbi dello spettro autistico
Cosa possono fare concretamente queste cellule per chi vive con l’autismo? Proviamo a individuare alcune azioni svolte dalle staminali:
- Spegnere l’infiammazione cerebrale tipica di molti bambini con autismo. Le cellule staminali agiscono come piccoli vigili del fuoco, abbassano questa infiammazione e creano un ambiente più favorevole al funzionamento dei neuroni;
- Costruire nuove connessioni tra i neuroni. Se immaginiamo il cervello come una rete stradale, in alcuni bambini con autismo alcune strade sono interrotte o congestionate. I fattori di crescita rilasciati dalle staminali aiutano a costruire nuovi collegamenti. Ciò apre strade alternative per far fluire meglio le informazioni;
- Riequilibrare il sistema immunitario, proprio come farebbe un direttore d’orchestra che aiuta i musicisti (le cellule immunitarie) a suonare in armonia. In altre parole, si correggono e risposte immunitarie alterate spesso presenti nell’autismo;
- Effetto messaggero. Le cellule staminali funzionano anche come “postini cellulari”, rilasciando molecole benefiche che influenzano positivamente l’ambiente cerebrale circostante.
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Ricerca scientifica e studi clinici
Siamo di fronte a una nuova speranza per le famiglie che convivono con l’autismo. Gli studi più recenti, infatti, aprono scenari interessanti da questo punto di vista. I ricercatori della Duke University hanno svolto dei test sui bambini, iniettando cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale. Le conclusioni? Non solo il trattamento sembra sicuro, ma alcuni bambini hanno già mostrato dei miglioramenti nel loro comportamento.
Un ottimo segnale, ma è ancora presto per cantare vittoria. Gli studi hanno coinvolto, d’altronde, pochi bambini e li hanno seguiti per poco tempo.
Anche alcune aziende biotech come Swiss Medica si stanno impegnando in questo senso. Pensiamo agli innovativi esperimenti nell’ambito del trapianto cellule staminali autismo, svolti usando tecnologie innovative per osservare come reagiscono i pazienti.
L’obiettivo è comune. Medici e scienziati vogliono capire esattamente quali aspetti dell’autismo possono migliorare con la terapia autismo cellule staminali. I primi risultati sono incoraggianti, ma non bastano per dire con certezza se le staminali possono aiutare chi ha l’autismo.
Potenziali rischi e precauzioni
Come ogni terapia innovativa, anche questa ha aspetti da considerare con attenzione:
- Durante l’infusione, alcuni bambini possono avere reazioni come febbre o nausea. Raramente, possono verificarsi reazioni allergiche. La qualità delle cellule utilizzate è fondamentale per minimizzare questi rischi.
- Esiste poi un rischio teorico di crescita cellulare anomala, anche se con le cellule staminali mesenchimali questa possibilità appare molto bassa.
- Non tutti i bambini rispondono allo stesso modo. Alcuni mostrano cambiamenti significativi, altri più modesti.
- I costi di queste terapie innovative restano considerevoli e spesso non sono coperti dalle assicurazioni sanitarie.
In conclusione
Un raggio di luce dopo tanto buio. È così che tante famiglie vedono oggi le opportunità offerte dalle cellule staminali. I risultati ottenuti in queste fasi iniziali incoraggiano infatti a continuare su questa strada. Alcuni bambini dopo la terapia autismo cellule staminali sembrano riuscire a comunicare meglio con il mondo che li circonda e questo rappresenta un enorme stimolo a investire in questo campo.
È proprio qui che Swiss Medica sta facendo un lavoro importante, adottando metodi scientifici rigorosi nell’ottica di andare oltre. Ma c’è una cosa fondamentale da ricordare: le terapie tradizionali, come quella comportamentale, restano preziose. Anzi, sembra che i risultati migliori si ottengano proprio quando si combinano entrambi gli approcci.
Se state pensando di esplorare questa strada, il primo passo è parlare con dei medici esperti sia di autismo che di cellule staminali. Se possibile, informatevi anche sulla possibilità di partecipare a studi clinici ufficiali. Solo lavorando insieme – famiglie, medici e ricercatori – potremo migliorare queste terapie e renderle disponibili a chi ne ha bisogno.