Il 18 aprile 1955 si spegneva, all’età di 76 anni, Albert Einstein, uno dei più grandi scienziati della storia dell’umanità. Morì all’ospedale di Princeton, nel New Jersey, a causa di un aneurisma dell’aorta addominale. Con lui non scomparve solo un uomo, ma un’icona della scienza, della libertà di pensiero e dell’impegno civile.
Einstein è noto soprattutto per la teoria della relatività ristretta (1905) e la teoria della relatività generale (1915), che rivoluzionarono completamente la fisica moderna. La celebre equazione E=mc², che descrive l’equivalenza tra massa ed energia, divenne simbolo del suo genio. Le sue teorie cambiarono radicalmente il modo in cui comprendiamo lo spazio, il tempo, la gravità e l’universo.
Einstein fu molto più di uno scienziato. Fu un pacifista convinto (seppure con alcune eccezioni durante la Seconda guerra mondiale), un sostenitore dei diritti civili, un ebreo fiero e critico del sionismo politico, un intellettuale impegnato nella lotta contro il razzismo e l’oppressione.
Emigrato dalla Germania nazista nel 1933, divenne cittadino statunitense nel 1940 e lavorò presso l’Institute for Advanced Study di Princeton. Nonostante il suo contributo teorico alla nascita dell’energia atomica, Einstein fu un feroce oppositore dell’uso bellico del nucleare.
Dopo la sua morte, il cervello di Einstein fu rimosso durante l’autopsia da Thomas Stoltz Harvey, il medico che lo esaminò. Con il consenso (successivamente controverso) dei familiari, fu conservato e sezionato per decenni in nome della scienza, alimentando leggende sulla “mente del genio”.
La figura di Einstein continua a ispirare scienziati, filosofi, studenti e appassionati in tutto il mondo. Simbolo della genialità umana, la sua immagine – con capelli arruffati, sguardo profondo e spesso con la lingua fuori – è diventata un’icona pop della cultura del Novecento.
“La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre.”
Con frasi come questa, Einstein ha lasciato non solo formule ma anche visioni del mondo. Il 18 aprile 1955 ha segnato la fine della sua vita, ma non della sua influenza. Oggi, a settant’anni dalla sua scomparsa, il suo pensiero continua a sfidare, ispirare e guidare l’umanità.