Lunedì in Albis – La celebrazione dei fujenti, devoti della Madonna dell’Arco, è una delle manifestazioni religiose più sentite della Campania. Ogni anno, migliaia di fedeli – oltre 100.000 nel 2024 – si riversano al Santuario per sciogliere un voto, correndo a piedi nudi o in ginocchio, vestiti di bianco e azzurro.
Tuttavia, negli ultimi anni, questo rito di fede è finito più volte sotto i riflettori della cronaca, come sottolinea la lite sfociata negli spari durante la processione della domenica delle Palme dello scorso 13 aprile, avvenuta a Napoli. Durante la processione un uomo ha aperto il fuoco in mezzo alla folla. Due persone sono rimaste gravemente ferite. Secondo le prime indagini, tutto sarebbe partito da una lite tra donne. La polizia sta cercando di ricostruire la dinamica e identificare il responsabile.
Non si tratta di un caso isolato. In più circostanze la figura della Madonna dell’Arco è stata associata a quella di pregiudicati ed esponenti di spicco della camorra napoletana. Come avvenne nel parco Conocal di Ponticelli a settembre del 2023: durante una funzione religiosa, un gruppo di bambini portarono in gloria il quadro del ras del rione, Vincenzo Costanzo, ucciso quattro mesi prima in un agguato di camorra messo a segno nel bel mezzo dei festeggiamenti per la vittoria del terzo tricolore azzurro.
Nel rione Traiano è stato portato in processione un gonfalone dedicato al figlio di un noto boss locale. Il gesto ha destato allarme tra le forze dell’ordine, che hanno avviato un’inchiesta per accertare eventuali collegamenti tra camorra e partecipanti. Molti altri episodi di questo tipo segnano puntualmente le processioni delle squadre e dei fedeli, consentendo alla camorra e ai suoi esponenti di amalgamarsi tra i fedeli mossi da un puro sentimento di devozione.
Negli anni si sono verificati episodi di tensione tra diversi gruppi di fujenti. In alcune occasioni si sono registrate risse tra congreghe rivali, e in almeno un caso si è reso necessario l’intervento del 118 per soccorrere alcuni feriti.
Le autorità hanno risposto potenziando i controlli. Nel 2024, il piano sicurezza ha previsto barriere anti-tir, centinaia di agenti e videosorveglianza nei punti sensibili del corteo.