Il Giovedì Santo a Napoli è indissolubilmente legato alla tradizione della zuppa di cozze, un piatto che unisce spiritualità e convivialità. Questa usanza, radicata nel tessuto culturale partenopeo, rappresenta un momento di condivisione familiare e di rispetto delle tradizioni culinarie locali.
La tradizione della zuppa di cozze nel Giovedì Santo risale al regno di Ferdinando I di Borbone, sovrano noto per la sua passione per la buona cucina. Si narra che, nonostante le restrizioni quaresimali, il re non volesse rinunciare ai piaceri della tavola e commissionò ai suoi cuochi una pietanza che rispettasse le prescrizioni religiose ma fosse al contempo gustosa. Nacque così la zuppa di cozze, che da allora divenne simbolo della Pasqua napoletana.
La zuppa di cozze napoletana è un piatto ricco e saporito. Gli ingredienti principali includono cozze fresche, polpo verace, freselle (pane biscottato tipico), olio extravergine d’oliva, aglio, peperoncino e concentrato di pomodoro. Il polpo viene lessato e tagliato a pezzi, mentre le cozze vengono aperte in padella. Il tutto viene poi unito in un sugo piccante e servito sulle freselle, che assorbono i sapori del mare.
In vista del largo consumo di frutti di mare durante il Giovedì Santo, le autorità locali intensificano i controlli per garantire la sicurezza alimentare. Ad esempio, nel 2025, la Guardia Costiera ha sequestrato oltre 1.500 chili di prodotti ittici non conformi a Volla, nella provincia di Napoli, per tutelare la salute dei consumatori.
Consumare la zuppa di cozze il Giovedì Santo è più di una semplice abitudine alimentare; è un rito che coinvolge intere famiglie e comunità. Dopo la visita ai “Sepolcri”, è consuetudine riunirsi a tavola per condividere questo piatto, che simboleggia la continuità delle tradizioni e il legame con le radici culturali della città.
La zuppa di cozze del Giovedì Santo rappresenta quindi un perfetto connubio tra fede, storia e gastronomia, rendendo la Pasqua napoletana un’esperienza unica e profondamente sentita.