Ogni anno, il 17 aprile, il mondo celebra la Giornata Internazionale dell’Emofilia, un’occasione fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia rara ma altamente impattante. La data è stata scelta in onore della nascita di Frank Schnabel, fondatore della World Federation of Hemophilia (WFH), che per primo diede voce e identità a una comunità allora invisibile.
L’emofilia è una malattia genetica rara che compromette la capacità del sangue di coagulare correttamente. Esistono due forme principali: emofilia A (deficit del fattore VIII) e emofilia B (deficit del fattore IX). Le persone affette rischiano emorragie prolungate, anche a seguito di traumi minimi, e nel tempo possono sviluppare danni articolari e complicazioni gravi.
La malattia colpisce soprattutto i maschi, mentre le femmine possono essere portatrici. Si manifesta dalla nascita e accompagna chi ne soffre per tutta la vita, richiedendo trattamenti costanti, come infusioni del fattore mancante o, più recentemente, terapie geniche sperimentali.
La Giornata Internazionale non è solo un’occasione di informazione, ma un vero e proprio appello alla solidarietà. Ogni anno, associazioni, enti medici e istituzioni si mobilitano con eventi, campagne social e manifestazioni pubbliche per ricordare l’importanza di una diagnosi precoce, dell’accesso alle cure e della ricerca scientifica.
Secondo la WFH, oltre 400.000 persone nel mondo convivono con emofilia o disturbi emorragici affini, ma una grande percentuale non ha ancora ricevuto diagnosi o cure adeguate, soprattutto nei Paesi a basso reddito.
In Italia, la rete dei Centri Emofilia è una delle più avanzate in Europa. Il Centro Nazionale Sangue e le associazioni come FedEmo (Federazione delle Associazioni Emofilici) promuovono attività di formazione, raccolta fondi e progetti di assistenza. Nel 2025, la campagna italiana ha scelto lo slogan: “Uguaglianza nel trattamento: un diritto per tutti”, per sottolineare l’importanza di una sanità accessibile e inclusiva.
Negli ultimi anni, la terapia genica ha rappresentato un punto di svolta. Alcuni studi clinici hanno mostrato la possibilità di correggere il difetto alla base dell’emofilia con una sola infusione, potenzialmente liberando il paziente dai trattamenti cronici. Anche se ancora in fase di sperimentazione, si tratta di una speranza concreta per il futuro.
La Giornata Internazionale dell’Emofilia è un’occasione per ricordare che la conoscenza può salvare vite e che la ricerca è la chiave per cambiare il destino di migliaia di persone nel mondo.