Il Sabato Santo è il terzo giorno del Triduo Pasquale. È un giorno unico, caratterizzato da silenzio, meditazione e attesa. La Chiesa vive questo tempo in raccoglimento, senza celebrare l’Eucaristia fino alla Veglia Pasquale.
Il Sabato Santo è un giorno “aliturgico”: non si celebrano messe né sacramenti, ad eccezione della penitenza e dell’unzione degli infermi. Gli altari restano spogli e le campane continuano a tacere, in segno di lutto per la morte di Cristo.
Questo giorno rappresenta il tempo in cui Gesù, dopo la sua morte, discende agli inferi, come recita il Credo: “discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte”. È anche il giorno dell’attesa della Risurrezione, vissuto con Maria, modello di fede silenziosa e speranzosa.
Al calar della sera si celebra la Veglia Pasquale, momento liturgico tra i più solenni dell’anno. La celebrazione si apre con la benedizione del fuoco, l’accensione del cero pasquale e il canto dell’Exsultet. Seguono la liturgia della Parola, la liturgia battesimale e l’Eucaristia. In questa celebrazione, la Chiesa annuncia la Risurrezione e rinnova la speranza della vita nuova.
In molte località italiane, il Sabato Santo è segnato da riti e preparativi per la Pasqua. In Campania, è usanza benedire le uova, i dolci pasquali come la pastiera e sistemare le case in segno di rinnovamento. Le famiglie si preparano spiritualmente e materialmente alla domenica di Pasqua.
Il Sabato Santo è un giorno di silenzio fecondo e di speranza. Un momento per fermarsi, meditare sul mistero della morte di Cristo e prepararsi con il cuore rinnovato alla gioia della Risurrezione.