“Il rock dei tamarri” è una canzone iconica, diventata il simbolo della Pasquetta made in Naples. Dal Vesuvio fino a Ischia, la voce di Tony Tammaro riecheggia ogni lunedì dell’Angelo, colonna sonora di scampagnate, panini con la frittata e occhiali da sole indossati anche all’ombra.
La canzone racconta l’epopea di un gruppo di amici che prende il traghetto per Ischia “senza pagare il biglietto”, armati di tutto l’occorrente per una Pasquetta perfetta: uova sode, friarielli, e salsicce in quantità che neanche un catering nuziale. Il look? Ray-Ban a specchio, camicie a fiori e motorino a canna alta. Insomma, la quintessenza del tamarro da escursione.
Tony Tammaro, alias Vincenzo Sarnelli, è il menestrello che canta le glorie e le disavventure della napoletanità più verace e (auto)ironica. Con oltre trent’anni di carriera e decine di album, ha trasformato la “musica tamarra” in un genere vero e proprio, celebrato tra chi non si prende troppo sul serio… ma si diverte sul serio.
Nel Sud Italia, e soprattutto a Napoli, “Il rock dei tamarri” è diventato parte integrante del rito pasquale. Si canta tra un morso di casatiello e una partita a pallone in spiaggia, si balla su prati sconnessi e si ascolta a tutto volume tra un barbecue e l’altro. È più di una canzone: è una dichiarazione d’identità, uno stile di vita, un grido di libertà… possibilmente stonato.