Il 14 aprile 2004, Fabrizio Quattrocchi, un cittadino italiano impiegato come guardia di sicurezza privata in Iraq, fu ucciso a Baghdad da un gruppo di miliziani che si facevano chiamare “Falangi Verdi di Maometto”. Quattrocchi era stato rapito il giorno precedente insieme ai colleghi Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio.
Durante la prigionia, Quattrocchi affrontò i suoi rapitori con straordinario coraggio. Secondo alcune testimonianze, poco prima dell’esecuzione, chiese di togliersi la benda per poter guardare in faccia i suoi carnefici, affermando: “Vi faccio vedere come muore un italiano”.
Il suo gesto di dignità e coraggio è stato ampiamente riconosciuto in Italia. Nel 2006, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria.
L’uccisione di Quattrocchi ha avuto un impatto profondo sull’opinione pubblica italiana, sollevando discussioni sul coinvolgimento dell’Italia in missioni internazionali e sulla sicurezza degli operatori civili in zone di conflitto. Il suo sacrificio è ricordato come simbolo di coraggio e patriottismo.
A vent’anni dalla morte, numerose cerimonie commemorative si sono svolte in tutta Italia. A Genova, sua città natale, è stata deposta una corona di fiori presso il monumento a lui dedicato. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il suo sacrificio con un messaggio ufficiale, definendolo “un esempio di straordinario coraggio e attaccamento alla dignità umana”.
In diverse scuole italiane, in occasione dell’anniversario, si tengono incontri e dibattiti per riflettere sul significato del coraggio civile e sul valore della memoria storica.