Durante la trasmissione “In altre parole” su La7, il procuratore Nicola Gratteri ha criticato le recenti dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che aveva attribuito il sovraffollamento carcerario all’operato dei magistrati.
Gratteri ha definito tali affermazioni “sconcertanti”, sottolineando che il problema del sovraffollamento è una questione strutturale mai affrontata adeguatamente. Ha evidenziato l’assenza di iniziative concrete per la costruzione di nuovi istituti penitenziari e ha proposto soluzioni alternative, come il trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in comunità terapeutiche, che risulterebbero più efficaci e meno costose per lo Stato.
Le parole di Gratteri si inseriscono in un contesto di polemiche scaturite dalle dichiarazioni di Nordio in Senato, dove il ministro aveva affermato che l’aumento dei detenuti non è responsabilità del governo, ma di chi commette reati e dei magistrati che li incarcerano. Tali affermazioni hanno suscitato reazioni critiche da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati e di esponenti politici, come l’ex giudice costituzionale Gustavo Zagrebelsky, che ha ironizzato sull’idea che i magistrati dovrebbero violare la legge per evitare il sovraffollamento.
In seguito alle critiche, Nordio ha negato di aver attribuito la colpa ai magistrati, sostenendo che le sue parole sono state fraintese. Tuttavia, registrazioni video delle sue dichiarazioni in Senato sembrano contraddire questa smentita.
Attualmente, il sistema penitenziario italiano affronta gravi problemi, con un tasso di sovraffollamento che supera il 120% e un numero crescente di suicidi tra i detenuti. Nonostante le promesse del governo di creare 7.000 nuovi posti nelle carceri, la situazione rimane critica, anche a causa della mancanza di un direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.