Il 2024 si è chiuso con un dato che fa riflettere e preoccupa: 92 “stese” registrate a Napoli e nella sua provincia. Un netto aumento rispetto ai 59 episodi del 2023. Un’escalation che segna un ritorno alla violenza di strada e che riaccende i riflettori sulla criminalità organizzata nei quartieri popolari della città.
Le “stese”, sparatorie a scopo intimidatorio in aree pubbliche, sono diventate il simbolo di una guerra silenziosa tra clan. Non mirano a colpire direttamente, ma a marcare territorio, lanciare messaggi, instillare paura. E sebbene spesso non provochino vittime, il loro impatto sociale e psicologico è devastante. I colpi esplosi a vuoto nelle strade lasciano un’eco forte nella quotidianità di chi vive nei rioni coinvolti.
I quartieri più colpiti sono Scampia, Ponticelli, Secondigliano, San Giovanni a Teduccio, Forcella. Zone dove il disagio sociale si mescola a un tessuto criminale ancora molto attivo. Qui, la “stesa” è anche il segnale di un vuoto: quello dello Stato, delle istituzioni, di opportunità per i giovani.
Le forze dell’ordine, in risposta all’impennata degli episodi, hanno intensificato i controlli, soprattutto nelle ore serali e notturne. Ma il problema, come denunciano da anni magistrati e associazioni del territorio, è più profondo, soprattutto se non si preventivano attività finalizzate a contrastare la mentalità che legittima questo tipo di azioni dimostrative violente, nell’ambito delle quali in più circostanze sono rimasti feriti innocenti e hanno perfino perso la vita.
Sempre più spesso, a impugnare le armi durante le stese sono ragazzi poco più che adolescenti, spesso cresciuti in famiglie già segnate da storie criminali. Ragazzi senza prospettive, per i quali la strada è l’unico orizzonte possibile, complice una dispersione scolastica sempre più dilagante, al pari delle statistiche relative alla presenza di “Neet”: giovani di età compresa tra i 15 e i 23 anni che non frequentano la scuola e non hanno un posto di lavoro, diventando così manovalanza appetibile e reclutabile a basso costo per la criminalità.
Oltre alla repressione, è urgente una strategia preventiva. Interventi strutturali, sostegno alle famiglie, incentivi per l’impresa e la formazione. La “stesa” va disarmata prima che venga sparata, agendo sulle cause, non solo sugli effetti.
L’aumento delle stese non è solo una statistica, è il grido di una città che chiede attenzione. Napoli non è solo cronaca nera, ma oggi più che mai ha bisogno di essere ascoltata, capita, difesa. Perché dove si spara a vuoto, spesso è il futuro che muore davvero.