Si è svolto stamane, giovedì 3 aprile, ed è durato circa due ore l’interrogatorio di garanzia di Stefano Argentino il 26enne, arrestato con l’accusa di avere ucciso Sara Campanella di 22 anni. Argentino ha confessato di aver ucciso la compagna di università.
Ai pm che lo hanno interrogato ha detto di aver avvicinato la vittima, il giorno del delitto, per avere notizie su un’operazione a cui si era sottoposta e per capire perchè non avesse riposto a un messaggio che lui le aveva mandato a gennaio. Poi l’indagato ha aggiunto che la ragazza, come era capitato in passato, si era mostrata fredda e indifferente. Dell’aggressione non ha voluto parlare limitandosi a dire di essere fuggito perchè non sapeva cosa fare.
La madre di Stefano Argentino voleva aiutare il figlio a fuggire secondo scrive il gip che ha convalidato il fermo del ragazzo. “E’ stato acquisito un biglietto, – spiega – scritto dalla madre dell’indagato, nel quale la donna faceva riferimento alla necessità di allontanarsi per un po’ con la scusa di curarsi, nonostante dai successivi accertamenti non risultassero suoi particolari problemi di salute. Dietro l’allontanamento si nascondeva la volontà della donna di aiutare il figlio a non farsi trovare”.
“Sono due tragedie, una è immensa e irreparabile, quella di Sara Campanella alla cui famiglia va il nostro pensiero. E un’altra famiglia che si trova in questa situazione difficile. Argentino ha confermato i fatti, senza scendere nei particolari, e ha risposto ad alcune domande”. “Sulle motivazioni del gesto non ha detto nulla”. Così l’avvocato Raffaele Leone, il legale di Argentino. “La mia valutazione è che si tratti del classico femminicidio”, ha aggiunto.
Alla domanda se Argentino si sia reso conto di quello che ha fatto il legale replica: “Sì, è in uno stato di profonda prostrazione”. Alla domanda se si è mostrato ‘pentito’ l’avvocato ha detto: “Pentito è una parola grossa”.
Il legale dopo l’interrogatorio ha anche dichiarato di aver rinunciato all’incarico: “Sono un civilista. Per questo rinuncio, non per altri motivi”.
Ci sono diversi video, acquisiti da diversi esercizi commerciali, che hanno immortalato gli ultimi istanti di vita di Sara Campanella. Come emerge dal provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Messina, la ragazza, uccisa dal collega di corso, Stefano Argentino, nel corso del pomeriggio di lunedì 31 marzo all’uscita dall’università, è stata seguita dal giovane che l’ha fermata nei pressi del B&b Il Quadrifoglio.
Sarebbe stato aiutato da “terze persone” nella fuga, secondo quanto scrivono i magistrati della Procura di Messina nel provvedimento di fermo. Dopo avere accoltellato Sara, il ragazzo ha raggiunto Noto e si è rifugiato in un b&b riferibile alla madre. “Si è agevolmente dato alla fuga nelle immediatezze dei fatti potendo contare sull’appoggio di soggetti terzi, in via di identificazione, per far perdere le proprie tracce”, scrive la Procura.
“Le successive immagini estrapolate- scrivono i pm – inquadrano i due ragazzi all’altezza del rifornimento Q8, che prima svaniscono dietro il gabbiotto per poi ricomparire sul via Gazzi”. I due “sembrano discutere e Sara si allontana in direzione mare, in questo frangente Argentino con uno scatto la raggiunge, afferrandola da dietro. Sara tenta di divincolarsi per poi essere nuovamente raggiunta e quindi colpita. Sara Campanella riuscirà a percorrere pochi metri per poi accasciarsi nel luogo dove verrà rinvenuta”.
“Argentino ha raccontato di aver manifestato sempre il suo interesse per Sara e di essere stato ricambiato dalla ragazza anche se ha sostenuto che non erano mai arrivati a fidanzarsi”. Lo ha detto l’avvocato Raffaele Leone al termine dell’interrogatorio di garanzia di Stefano Argentino, accusato della morte della collega universitaria Sara Campanella.
“Il ragazzo è continuamente tornato sul suo rapporto con la vittima anche quando non era attinente alle domande. Non ha parlato delle motivazioni del suo gesto né ha risposto sull’arma usata”, ha proseguito.
“Ha lasciato capire che l’ultima discussione ha scatenato l’aggressione ma non ha dato particolari- ha detto – Era lucido ma molto frastornato dalla vicenda”. Argentino non avrebbe risposto nemmeno alle domande sull’eventuale aiuto avuto nella fuga dopo il delitto.