Tentano la truffa del finto avvocato, ma grazie all’intuito di un anziano e alla prontezza dei carabinieri, il raggiro si trasforma in un arresto.
È successo ieri pomeriggio, venerdì 28 narzo, in via Gaetano Poli, a Portici, dove un 76enne, vittima designata di un inganno, ha ribaltato le sorti della truffa ai danni degli anziani.
L’uomo, mentre passeggiava, ha ricevuto una telefonata da uno sconosciuto che si è presentato come un avvocato. Al telefono, con voce concitata, l’interlocutore gli ha riferito che il figlio era stato arrestato dai carabinieri dopo aver investito un pedone e che, per evitarne la detenzione, bisognava versare una somma di 1.300 euro.
Nonostante l’agitazione, il pensionato ha iniziato a nutrire dei sospetti e l’intuizione gli è arrivata poco dopo, notando in un bar due carabinieri in uniforme intenti a prendere un caffè.
Senza esitazioni, l’uomo si è avvicinato e ha semplicemente appoggiato l’auricolare del cellulare all’orecchio di uno dei militari, il maresciallo, senza pronunciare parola. Immediata la comprensione da parte dei carabinieri: era una truffa. Con uno scambio di sguardi e cenni d’intesa, i militari e il 76enne hanno deciso di assecondare i malviventi per coglierli in flagranza.
Così, seguendo le indicazioni dei truffatori, l’anziano si è diretto verso il luogo concordato per la consegna del denaro, in via Armando Diaz, mentre i carabinieri lo pedinavano con discrezione.
Poco dopo, sul posto, sono arrivate due donne a bordo di una Jeep Renegade, pronte a incassare il denaro.Nel momento esatto dello scambio, i carabinieri sono intervenuti facendo scattare le manette. Le due donne arrestate sono Maria Lorusso, 20 anni, di Pomigliano d’Arco, e Arianna Pizzone, 23 anni, di Casoria, entrambe già note alle forze dell’ordine per precedenti specifici.
Non solo: è stato anche denunciato un 44enne che, in qualità di “palo”, sorvegliava la scena senza accorgersi della presenza dei militari.Il denaro è stato interamente recuperato e restituito al legittimo proprietario. Le due donne, arrestate per tentata truffa aggravata, sono state trasferite in carcere.
Un esempio di come il sangue freddo e il coraggio di un anziano, uniti alla prontezza dei carabinieri, abbiano potuto evitare l’ennesima truffa ai danni dei più fragili.