I lavori si sono aperti con il messaggio di saluto della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha ricordato come “affrontare il tema della cybersecurity per le persone con disabilità significa offrire strumenti concreti per una maggiore tutela e consapevolezza nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Questo progetto rappresenta un passo significativo in tale direzione, garantendo formazione e sensibilizzazione su un tema di grande attualità e rilevanza per tutti. È fondamentale- ha proseguito il ministro- continuare a lavorare insieme e investire per assicurare un accesso sicuro alle risorse digitali e favorire l’inclusione, affinché nessuno venga lasciato indietro anche nel contesto digitale e soprattutto possa muoversi in totale sicurezza”. In Italia, intanto, “oltre 10 milioni di persone hanno subito violazioni informatiche (il 32% appartiene alla ‘Generazione Z’)- hanno fatto sapere nel corso dell’incontro- e tra le fasce più deboli della popolazione la probabilità di cadere vittima di truffe, adescamento online e attacchi informatici è ancora più elevata”.
Secondo recenti studi, inoltre, il 30% delle persone con disabilità è a rischio di esclusione sociale, una condizione che le rende particolarmente vulnerabili alle minacce della rete: dall’uso improprio dei social network alla gestione non sicura delle credenziali di accesso ai servizi digitali, dal cyberbullismo fino alla manipolazione psicologica.
“I dati sulle violazioni digitali parlano chiaro: le persone con disabilità sono tra le più esposte ai pericoli del web, eppure sono spesso escluse dai percorsi di educazione alla sicurezza informatica. È una lacuna che non possiamo permetterci- ha sottolineato Marco Gabriele Proietti, fondatore e presidente della Cyber Security Foundation- In un’epoca in cui la digitalizzazione permea ogni aspetto della vita quotidiana le persone con disabilità si trovano spesso ad affrontare barriere invisibili ma insidiose, che ne limitano la sicurezza e l’autonomia online. Per questo, il nostro impegno, in sinergia con istituzioni e imprese, è rivolto a fornire loro strumenti concreti e competenze adeguate per muoversi in rete con consapevolezza, proteggendo la loro identità digitale e riducendo i rischi legati all’utilizzo delle tecnologie”.
Questo progetto, dunque, non è solo “un’opportunità di formazione- ha proseguito Proietti- ma segna un passo decisivo verso la costruzione di un ecosistema digitale realmente inclusivo, dove la sicurezza non sia un privilegio, ma un diritto garantito a tutti, indipendentemente dalle capacità individuali. Informarsi e formarsi per proteggersi”.
All’intervento di Eleonora Borgiani, componente del Cda della Fondazione e ideatrice del progetto, che ha spiegato gli scopi dell’iniziativa, hanno fatto seguito le parole di Matteo Macina, vicepresidente operativo della Fondazione. Il vicequestore della Polizia di Stato, Claudia Lofino, ha evidenziato il ruolo della Polizia Postale nella protezione degli utenti online e nella gestione delle denunce, mentre il Tenente Colonnello, Fabio Ibba, e il Sottotenente, Alessio Di Santo del Comando Generale dei Carabinieri, hanno illustrato la “crescente minaccia cyber” e gli strumenti per contrastarla. Marco Centenaro, Officer ACN, ha chiarito invece le principali strategie di prevenzione dei crimini informatici. Infine, Vittorio Baiocco, membro del Comitato Tecnico Scientifico della Cyber Security Foundation, ha affrontato il tema del corretto utilizzo dei social network e della protezione della privacy.
L’incontro si inserisce nel più ampio impegno della Cyber Security Foundation per diffondere la cultura della sicurezza digitale e prevenire le minacce informatiche, con un’attenzione particolare alle categorie più esposte ai rischi del web. Attraverso iniziative formative dedicate, la Fondazione, infatti, coinvolge attivamente anche studenti e studentesse nelle scuole italiane, promuovendo un “uso cosciente e sicuro della rete”.
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