Momenti di forte tensione a Bagnoli, quartiere simbolo della rigenerazione urbana incompiuta, dove la visita dei ministri Matteo Salvini (Infrastrutture), Matteo Piantedosi (Interno) e Giuseppe Valditara (Istruzione) presso Città della Scienza ha scatenato proteste accese da parte dei residenti e di diversi gruppi di attivisti.
La visita, programmata per discutere i progetti di riqualificazione dell’area ex Italsider e affrontare questioni legate a sicurezza e istruzione nel territorio, è stata accolta da cori di dissenso e striscioni di protesta. I manifestanti, tra cui comitati civici, studenti e lavoratori della zona, hanno espresso il loro malcontento riguardo alle politiche governative, considerate distanti dai reali bisogni della popolazione locale.
“Bagnoli non si vende” e “No alle promesse vuote” sono stati alcuni degli slogan più ripetuti durante il corteo spontaneo, organizzato proprio all’esterno del polo scientifico. La situazione è degenerata quando alcuni manifestanti hanno tentato di forzare i cordoni di sicurezza per avvicinarsi al luogo della conferenza. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche di alleggerimento per disperdere i presenti, provocando momenti di tensione e spintoni tra le due parti.
Secondo le prime ricostruzioni, alcuni manifestanti sarebbero rimasti contusi, mentre la polizia ha fermato almeno due persone per resistenza a pubblico ufficiale. La situazione è rientrata dopo circa un’ora, senza ulteriori conseguenze gravi.
I residenti di Bagnoli lamentano da anni il blocco delle bonifiche nell’area ex industriale, la mancanza di infrastrutture adeguate e il timore che i nuovi progetti di riqualificazione favoriscano gli investitori privati più che la comunità locale.
“Siamo stanchi di passerelle politiche e promesse mai mantenute. Bagnoli ha bisogno di fatti, non di parole”, ha dichiarato un rappresentante del comitato “Bagnoli Libera”.
I ministri hanno ribadito la volontà di rilanciare il quartiere. Salvini ha affermato: “Capisco la rabbia di chi aspetta da troppo tempo. Il nostro impegno è garantire che i lavori partano e arrivino a conclusione. Bagnoli deve tornare a vivere e creare lavoro”. Tuttavia, le parole dei rappresentanti del governo non sembrano aver placato gli animi. La comunità locale, stanca di anni di promesse disattese, chiede un cambio di rotta concreto e tangibile.
La giornata si chiude dunque con un bilancio amaro, tra scontri e speranze tradite. La ferita di Bagnoli resta aperta, e il futuro dell’area continua a essere un nodo irrisolto della politica napoletana e nazionale.