Lo scorso 10 marzo è iniziato, a Buenos Aires, il processo riguardante la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020. Sette professionisti sanitari sono accusati di omicidio con dolo eventuale per presunta negligenza nelle cure prestate al leggendario calciatore argentino.
I sette imputati, che rischiano pene detentive fino a 25 anni sono: Leopoldo Luque, neurochirurgo personale di Maradona, Agustina Cosachov psichiatra, Carlos Díaz psicologo, Nancy Forlini coordinatrice dei medici, Mariano Perroni coordinatore degli infermieri, Ricardo Almirón infermiere, Dahiana Madrid infermiera.
Questi professionisti erano responsabili delle cure domiciliari di Maradona dopo l’intervento chirurgico al cervello subito nel novembre 2020.
La procura sostiene che gli imputati abbiano agito con negligenza e incompetenza, contribuendo alla morte di Maradona. Secondo l’accusa, il team medico avrebbe ignorato i segnali di deterioramento della salute del paziente, non fornendo l’assistenza necessaria durante le sue ultime ore di vita.
Il procedimento giudiziario si svolge presso il tribunale di San Isidro, alla periferia di Buenos Aires, ed è previsto che duri almeno fino a metà anno. Durante le prime udienze, il pubblico ministero Patricio Ferrari ha presentato prove, tra cui una foto del corpo di Maradona, per sottolineare la gravità della situazione e l’apparente abbandono delle cure.
L’inizio del processo ha suscitato forti emozioni sia all’interno che all’esterno dell’aula. Le figlie di Maradona, Dalma e Giannina, presenti in tribunale, sono scoppiate in lacrime durante la presentazione delle prove. All’esterno, numerosi fan si sono radunati esprimendo rabbia e dolore, chiedendo giustizia per il loro idolo.
Gli avvocati difensori degli imputati sostengono che non vi sia stata alcuna intenzione di nuocere e che le condizioni di salute preesistenti di Maradona abbiano giocato un ruolo cruciale nel suo decesso. Inoltre, affermano che il team medico abbia fatto tutto il possibile per assistere il paziente, date le circostanze.
Durante il processo per la morte di Diego Armando Maradona, il pubblico ministero Patricio Ferrari ha presentato un’immagine scioccante del corpo dell’ex calciatore, per sottolineare le condizioni in cui si trovava al momento del decesso.
Secondo le fonti giornalistiche, la foto esibita in aula raffigura Maradona in uno stato di totale abbandono medico, con segni evidenti di trascuratezza e senza le adeguate cure sanitarie. L’intento della procura era dimostrare che il team medico avrebbe lasciato il paziente in condizioni disumane, non intervenendo nonostante i chiari segnali di aggravamento della sua salute.
Gli avvocati difensori hanno protestato, ritenendo l’esposizione della foto eccessiva.
Alcuni presenti nell’aula hanno definito la scena “devastante” e “un atto crudele”.
La procura vuole dimostrare che Maradona non è morto solo per cause naturali, ma a causa della negligenza medica. Il team sanitario non avrebbe fornito le cure necessarie, portando il paziente a una morte evitabile.
Al momento, la foto non è stata diffusa pubblicamente per rispetto della privacy e delle richieste della famiglia. Tuttavia, il suo impatto potrebbe influenzare significativamente l’esito del processo.
Il processo continuerà nelle prossime settimane, con l’audizione di numerosi testimoni, tra cui membri della famiglia Maradona e altri professionisti sanitari. L’esito del procedimento avrà un impatto significativo non solo per gli imputati, ma anche per l’intera nazione argentina, ancora profondamente scossa dalla perdita del suo eroe sportivo.