Quando si è presentato l’ufficiale giudiziario a casa per notificargli lo sfratto, gli ha preparato e offerto il caffè e poi, con la scusa di dover andare in bagno, si è chiuso nella stanza da letto e si è impiccato. E’ successo a Caivano. A togliersi la vita è stato un 31enne con un lavoro precario.
Il proprietario dell’appartamento, che gli aveva fatto causa perché non riceveva l’affitto, di recente ha ottenuto dal tribunale il decreto di sfratto esecutivo. La vicenda non ha quindi a che fare con gli sfratti ordinati dalla magistratura al Parco Verde di Caivano nei mesi scorsi, quando furono sgomberati alloggi occupati abusivamente da famiglie legate a esponenti di clan e pusher.
A scoprire il corpo senza vita del 31enne nella stanza da letto sono stati i carabinieri: l’ufficiale giudiziario, una donna, accolta con gentilezza dal 31enne, dopo avere atteso invano il suo ritorno e avere constatato che nel bagno non c’era, si è accorta che l’uomo non rispondeva dalla stanza da letto in cui si era chiuso.
A questo punto ha lanciato l’allarme: quando i militari sono arrivati hanno forzato la porta e hanno trovato il corpo ormai senza vita dell’uomo.