Si sono celebrati a porte chiuse nel Duomo di Acerra, alla presenza di un ristretto gruppo di persone, i funerali della piccola Giulia, la bimba di nove mesi morta in seguito alle gravi ferite riportate, dopo essere stata aggredita dal pitbull di famiglia, durante la serata di sabato 15 febbraio.
La bambina viveva insieme ai genitori in un appartamento del rione popolare Ice Snei ad Acerra ed è proprio in quella casa che la piccola è stata sbranata ds Tyson, uno dei due cani di famiglia, un Pit Bull di 25 chili di 8 anni che avrebbe azzannato e ucciso la neonata mentre dormiva nel letto con il papà, mentre la mamma, cameriera in una pizzeria, era al lavoro.
Gli inquirenti stanno lavorando per accertare la dinamica dei fatti e chiarire le circostanze in cui è maturata la morte prematura e violenta della piccola Giulia.
Cruciale la testimonianza di Vincenzo Loffredo, il genitore 25enne che ha trasportato la bambina con lesioni al viso e al cranio al pronto soccorso della clinica Villa dei fiori, “in ciabatte”, a piedi perché “vicino a casa”, senza aver chiamato un’ambulanza o allertato subito i soccorsi. Ha fatto una chiamata al 118 dopo essere uscito di casa perché “temevo che il pronto soccorso per i bambini fosse chiuso a quell’ora”. Nella prima versione fornita ai medici ha parlato di un’aggressione subita da un randagio in strada, poi ha cambiato idea all’arrivo degli agenti, dicendo che stava dormendo e che quando si è svegliato ha visto la bambina in una pozza di sangue, a terra.
Secondo il suo avvocato, Loffredo avrebbe mentito inizialmente per cercare di proteggere il cane di casa.
L’uomo avrebbe confermato il racconto fornito subito dopo i fatti e resta l’unico indagato per omicidio colposo dalla Procura di Nola, nell’ambito delle indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Acerra, i primi ad intervenire presso il pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori verso la mezzanotte tra sabato 15 e domenica 16 febbraio. Il 25enne, che è risultato positivo all’hashish, ha ribadito di essersi addormentato accanto alla piccola sul letto, di non aver sentito nulla ed al risveglio di aver trovato la bimba a terra riversa in una pozza di sangue. Solo dalle evidenti ferite alla testa, al volto e agli arti ha compreso quanto accaduto.