“Ogni 28 ottobre, il compleanno di Fabio era un evento straordinario. C’erano così tanti amici che lo amavano da dover organizzare almeno due feste. Anche per dargli l’ultimo saluto sarà così.
Tante, troppe, sono le persone che gli volevano bene e lo stimavano profondamente che abbiamo organizzato due cerimonie.
La prima si terrà a Milano, mercoledì 12 febbraio alle 14.45, da don Paolo Alliata nella Chiesa dell’Incoronata in Corso Garibaldi 116, per i suoi tanti amici, colleghi e per la sua famiglia del Corriere della Sera.
Giovedi 13 febbraio Fabio tornerà a casa, dove lo aspetterà la sua Napoli.
Alle 15 si svolgeranno i funerali nella chiesa della Santissima Trinità di via Tasso. La messa sarà officiata da don Gennaro Matino, che lo ha visto crescere sia come uomo che come professionista, nella chiesa del suo quartiere.
Salutarlo sarà la cosa più difficile della mia vita ma sono certa ci rincontreremo. L’amore non muore.”
Con questo post pubblicato sui social, la moglie di Fabio Postiglione, Valentina Trifiletti, ha annunciato la volontà di celebrare una doppia cerimonia per consentire ai tanti amici e colleghi di dare l’ultimo saluto al giornalista napoletano che ha perso la vita in un incidente stradale, lo scorso 28 gennaio. Postiglione, al termine dell’ennesima giornata trascorso nella redazione del Corriere della Sera dove lavorava da diversi anni, era a bordo della sua moto e percorreva la strada di casa quando è stato urtato da un altro veicolo che sopraggiungeva alle sue spalle, un Mercedes Vito condotto da un 35enne di origine moldava. Aveva perso il controllo del mezzo ed era caduto violentemente a terra. Soccorso e portato in ospedale era spirato poche ore dopo.
Dopo la cerimonia svolta a Milano, il feretro è tornato a Napoli, città d’origine del cronista 44enne che aveva mosso i primi passi nel giornale “Il Roma”, per poi consacrarsi tra le grandi firme nazionali una volta assunto dal Corriere della Sera.
La messa officiata da don Gennaro Matino, che lo ha visto crescere sia come uomo che come professionista, nella chiesa del suo quartiere alla quale hanno partecipato amici, colleghi, parenti e compagni di tifo, come ricordano le tante sciarpe del Napoli adagiate sul feretro che rimarcano la grande passione che il cronista nutriva per la sua squadra.