L’Unione europea intende rendere le piattaforme di e-commerce come Temu, Shein e Amazon Marketplace responsabili per i prodotti pericolosi o illegali venduti online. La notizia, riportata nei giorni scorsi dal Financial Times era già trapelata sempre dal quotidiano economico-finanziario britannico circa due mesi fa, quando la Commissione europea stava valutando misure drastiche per ridurre la quantità di prodotti venduti, che solitamente riescono ad evitare controlli e dazi doganali.
Tra le opzioni, l’Ue starebbe valutando una nuova tassa sui ricavi delle piattaforme di commercio elettronico e una commissione di gestione amministrativa per articolo, che renderebbe la maggior parte delle spedizioni meno competitive. A preoccupare maggiormente i Paesi membri, infatti, è il danno alla libera concorrenza che i prezzi così bassi che tendono ad applicare queste società possono causare alle aziende europee, che al contrario devono rispondere a limiti e responsabilità ben più stringenti riguardo alla tutela dei lavoratori e all’uso di materiali sicuri.
Secondo Bruxelles, qnel 2024 sono circa 4 miliardi i pacchi di scarso valore che sono stati spediti verso Paesi europei, quasi il triplo del 2022. Un volume molto grande e che raramente superano la soglia dei 150 euro, rimanendo quindi al di sotto della soglia dei 150 euro prevista per i dazi doganali e sfuggendo quindi anche ai controlli. Le iniziative per contrastare il dominio dei colossi cinesi come Shein, Temu prendono il via da un’indagine della Commissione europea volta a valutare se rispettino le direttive del Digital services act.
In caso di risposta negativa, si ipotizza che le novità sul sistema di tassazione Ue nell’e-commerce porteranno all’eliminazione delle soglie che oggi esistono per l’esenzione dei dazi doganali quando una spedizione ha un valore basso. Al momento, come anticipato, quel limite da oltrepassare è di 150 euro e le tariffe che possono essere applicate variano dal 5 al 17%. Un’altra strada percorribile è la tassazione sui ricavi delle piattaforme di commercio elettronico, che però richiederebbe l’approvazione die 27 Stati membri e riguarderebbe tutte le imprese straniere ed europee. Il rischio è di incrementare il danno piuttosto che risolverlo.
Chi è abituato a fare acquisti su Shein, Temu, AliExpress, Amazon Marketplace e piattaforme simili potrebbe notare presto aumenti di prezzo corrispondenti proprio a un incremento dei costi per le rispettive società.