Speravano di ottenere mille euro praticando la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno” dopo aver rubato un’automobile e imponendo al proprietario della vettura la consegna di quella somma di denaro per vedersela restituire.
La vittima, quando ha ricevuto quella richiesta di riscatto, non aveva ancora scoperto che gli avevano rubato l’auto, quando ha appurato che non era più nelle sue disponibilità, si è recata dia carabinieri di Capodimonte per denunciare l’accaduto, nel corso del primo pomeriggio di mercoledì 29 gennaio.
Mentre la vittima e i carabinieri erano intenti a redigere la denuncia è giunta la seconda telefonata, ascoltata in vivavoce anche dai carabinieri, già intenti ad organizzare una sortita e bloccare gli estorsori.
Dall’altro capo del telefono le ennesime raccomandazioni: “appuntamento alle 16.30, vieni da solo e non fare scherzi.”
Mille euro il prezzo della restituzione della propria auto, un cavallo di ritorno da concludersi davanti al carcere di Secondigliano.
Il tempo passa rapidamente ma basterà appena un’ora ai militari per ricostruire a ritroso il percorso compiuto da chi aveva rubato il veicolo.
Scoprono che a fare da staffetta all’auto della vittima, ce n’era una seconda con una targa chiaramente visibile ai lettori installati lungo le strade percorse.
Così hanno puntato su quella. Una squadra in borghese si è disposta intorno al carcere, un’altra era pronta in un punto più defilato.
I militari hanno bloccato i tre uomini, uno di loro aveva in tasca il cellulare con la sim utilizzata per proporre lo scambio.
Poco dopo, i militari hanno ritrovato anche l’auto rubata, parcheggiata poco lontano.
Le manette sono scattate per Vincenzo Calzona, 20 anni, Christian Boncore, 24 anni e Giuseppe Russo, 31 anni. Dovranno rispondere di concorso in ricettazione e tentata estorsione. Sono ora in carcere, in attesa di giudizio.