Come in tutte le categorie professionali, anche nel mondo dell’informazione esistono diverse tipologie di giornalisti.
Fabio Postiglione non faceva il giornalista, era un giornalista, anzi. Un “giornalista, giornalista”.
Attento, meticoloso, appassionato, innamorato della verità, anche se scomoda, Fabio non si è mai tirato indietro, anche quando questo significava firmare notizie che già sapeva che gli avrebbero portato guai, prima ancora che finissero in stampa. Tante volte è finito nel mirino della camorra, ma non ha mai indietreggiato. Per amore della verità.
Coraggioso, sempre sorridente, anche quando gli si leggeva negli occhi che era preoccupato dall’ennesima intimidazione ricevuta.
Nel 2015 il suo nome emergeva da un’intercettazione fra un boss della camorra e i suoi familiari nella quale si diceva che lui era sgradito ai boss: «Quel giornalista va sistemato».
Alla sua macchina hanno rotto di tutto: specchietto, lunotto, gomme, antenna. Al motorino il meccanismo di blocco del volante, provando a rubarlo. Soprattutto era stato inseguito fin sotto casa, contromano.
Fabio era finito nel mirino del boss del Vomero Luigi Cimmino, ma anche del boss ergastolano dei Quartieri Spagnoli Ciro Mariano, quest’ultimo oltre ad avere inviato lettere alla redazione nelle quali attaccava il contenuto degli articoli e invitava il giornalista ad “andarlo a trovare”, aveva invitato i suoi familiari a recarsi in redazione a minacciare Fabio Postiglione.
«La cosa che fa più rabbia – raccontava nelle occasioni ufficiali in cui veniva invitato – è la mancanza di indignazione. È il peso psicologico che devi sopportare. Vieni violato nella tua intimità, solo per aver fatto il tuo dovere».
“La lotta alle mafie passa per la cultura della legalità. Occorre insegnare ai giovani i valori che hanno mosso e muovono gli spiriti dei magistrati, dei rappresentanti e appartenenti alle forze dell’ordine che ogni giorno lottano per il ripristino della sicurezza. Tutti, sin da piccoli, devono fare la loro parte. Le mafie si possono sconfiggere non solo con gli arresti e le inchieste, ma anche coi libri e l’insegnamento scolastico”. Sono parole di Fabio Postiglione, pronunciate durante uno dei tanti incontri nelle scuole, perché essere un “giornalista, giornalista” non significa soltanto firmare degli articoli, ma provare a cambiare il mondo, cercando di scuotere le coscienze, servendosi di una penna e della forza delle parole.
Innamorato del suo lavoro, Fabio Postiglione è stato e resterà sempre uno dei giornalisti di cronaca nera e giudiziaria più validi d’Italia.
I suoi articoli, le sue inchieste, rappresentano un patrimonio culturale, un testamento morale destinato a tracciare la strada per i cronisti di domani, per i tanti aspiranti “giornalisti, giornalisti” per i quali continuerà ad essere un esempio e una fonte di ispirazione.