La scorsa notte, una donna di 30 anni originaria della Guinea è stata violentata in una baraccopoli, a pochi passi dall’ex mercato ittico di Napoli, nei pressi di via Marina.
L’aggressione è avvenuta poco distante dalla baraccopoli improvvisata tra la strada e i cancelli che delimitano il porto industriale. Ad allertare i carabinieri della sezione radiomobile di Napoli, una telefonata al 112 da parte di alcuni cittadini allarmati dalle urla della donna. Ai militari la donna ha raccontato di essere stata aggredita e violentata. Grazie alle sue indicazioni i carabinieri hanno arrestato l’autore della violenza: ha 37 anni, origini ghanesi ed è già noto alle forze dell’ordine.
Secondo quanto emerso dalla ricostruzione dei carabinieri, si tratta di un clochard che vive nella baraccopoli dove si è verificato l’abuso.
Il degrado in cui versa la zona dell’ex mercato del pesce è un fatto noto. Nel 2017, il nostro giornale ha dedicato un servizio alla condizione in cui vivono decine di clochard in quella sede.
Una situazione denunciata da anni dall’associazione “Angeli di strada Villanova” che distribuisce pasti ai senzatetto napoletani e non fa mancare il suo supporto anche ai clochard accampati lì, tra i rifiuti, in condizioni igienico-sanitarie precarie. Tra le tante iniziative promosse dagli Angeli di Strada, un fotoreportage dal titolo eloquente: “Viaggio nel degrado”.
Un’emergenza rilanciata anche da diversi comitati di quartiere e dai cittadini allarmati dalla presenza di persone che concorrono a rendere meno sicure la zona a ridosso dell’ospedale Loreto Mare. Un paradosso, se si pensa che quella baraccopoli esiste da anni, proprio dietro il muro che separa quello scempio da via Marina, una delle arterie cruciali della città che funge da collegamento tra il centro e la periferia. Una strada percorsa da tantissime persone tutti i giorni, mentre oltre il miro di cinta imperversa la povertà e il disagio di decine di persone, molte delle quali extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, costrette ad accamparsi come meglio possono. Senza corrente elettrica, né acqua potabile, senza poter usufruire di un bagno.
Pareti divisorie improvvisate con cartoni e materassi, una cabina doccia rimediata attaccando delle lenzuola ad una corda, per permettere quantomeno alle donne di lavarsi beneficiando di un po’ di privacy, mentre dall’alto qualcuno riversa una tanica d’acqua, precedentemente riscaldata sul fuoco acceso con legna e cartone, utilizzando tecniche primitive, talvolta, senza nemmeno beneficiare del supporto di un accendino. Su quello stesso fuoco viene riscaldato o arrostito del cibo.
In questo clima di acclarato degrado è avvenuto lo stupro della scorsa notte.