“Chi ha paura dell’arte?”. Inizia con un quesito che punta dritto al cuore della questione, la lettera-appello che il comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo” ha inoltrato agli organi di stampa, replicando alle voci circa una probabile rimozione del murale realizzato dallo street artist di fama internazionale Blu, ispirato alla storia del 15enne ucciso a Napoli, la notte tra i l29 febbraio e il 1° marzo del 2020 ,durante una tentata rapina con una pistola giocatolo a un carabiniere fuori servizio.
A Ugo Russo fu dedicato un altro murale, rimosso nel 2023, e la sua storia ha ispirato anche un fumetto di Zerocalcare.
Il murale di Blu, lungo una ventina di metri e alto cinque, è “animated mural”, una serie di fermo immagini utilizzati per realizzare un’animazione video, poi riproposta come un sul canale YouTube dell’artista.
“Da quel che leggiamo la pubblica amministrazione interverrà presto a cancellare l’opera di Blu ai Quartieri Spagnoli.- si legge nella lettera a firma del comitato istituito per supportare la richiesta di verità e giustizia del 15 enne – Il muro in via Croci S. Lucia al Monte su cui sono dipinte almeno cinquanta delle immagini che costituiscono l’animazione ispirata alla storia di Ugo Russo. Un’opera secondo noi straordinaria non solo nella sua notevole complessità tecnica ma proprio nella sua resa poetica, bella e dolorosa, grazie anche alle musiche originali.
Il progetto di Blu è ispirato alla storia di Ugo Russo per il quale chiede verità e giustizia (cosa che dovrebbe vedere tutti d’accordo… o no!!?) ma esprime uno sguardo più ampio che riflette soprattutto sul nostro rapporto con gli Ugo Russo, con ragazzini che appena adolescenti sbandano a tutta velocità in una società che non ha posto per loro e se ne ricorda solo come problema di ordine pubblico, sui modelli “vincenti” fatti di soldi, armi e potere e sul modo in cui invece ne processiamo immediatamente la traiettoria e ne “celebriamo” lo schianto, digerendolo nel pregiudizio mediatico, autoassolvendoci e puntando il dito. Parla a noi tutt* in fondo, attori e attrici di questa ciclica ritualità. E’ una riflessione con cui si può essere d’accordo o dissentire, ma di cui la nostra città potrebbe davvero avere bisogno. E quindi alla fine perchè cancellarla!?
Sarebbe auspicabile che chi lo fa, per una volta, non si nascondesse dietro il formalismo amministrativo o il caso d’eccezione e se ne assumesse la responsabilità spiegando il motivo per cui ci censura l’opera di uno dei più credibili street artist europei mentre si tengono sui palazzi le marchette per la vendita del caffè. Oppure si reagisce comm’e can ‘e canciell al solo sentire nominare Ugo Russo, peggio che un tabù, spacciando per legalità un principio di omertà rispetto alle responsabilità sulla sua morte (ricordiamo che è in corso un processo con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato)…
Sul fondo c’è forse un discorso più ampio sull’arte pubblica: se la street art ha diritto di esistere solo quando è comoda al potere si riduce a decorazione. Ma questo richiederebbe un confronto pubblico e mediatico decisamente più evoluto.”