Venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 18 alla libreria Feltrinelli di Piazza dei Martiri, presentazione del libro Il valore della pena e l’imperdonabilità. Per una critica della ragione penale del filosofo Giuseppe Ferraro (Castelvecchi Editore). Una discussione pubblica della città sul valore della pena e la riforma del carcere in Italia.
Il principio della proporzione “dei delitti e delle pene” di Beccaria non è più adeguato alle esigenze dell’attuale sistema penale: l’attenzione va rivolta al sentimento della pena e al dolore che la rende singolare. Occorre pensare all’appropriatezza della pena, perché diventi propria e consista nel darsi pensiero, aver cura e riguardarsi, attività che le condizioni delle nostre carceri rendono impossibili. Nemmeno perdonare può bastare, a meno che il gesto non diventi “per dono”, la responsabilità di non perdere la vita che ci è stata donata. Una critica del sistema carcerario in nome di relazioni che coniugano sicurezza e cura, coinvolgendo in nuovi compiti persone detenute e polizia penitenziaria.
Con l’autore ne parlano Lucia Castellano, Provveditrice dell’amministrazione penitenziaria della Campania, responsabile generale dell’esecuzione penale esterna e messa alla prova e Don Franco Esposito, Cappellano del Carcere di Poggioreale e Direttore della Pastorale Carceraria Diocesana.
La pena deve valere la pena per non essere solo afflizione fisica, punizione senza senso e ragione. Sentiamo parlare di “certezza della pena” col solo scopo di alimentare il potere della paura. La “pena vera” non è la certezza di quanti anni di devono “pagare” secondo un sistema economico rovesciato di negazione di ogni valore. La pena vera è quella che si sente propria, che dà sofferenza e pensiero, che sollecita la cura e l’affezione. Il carcere è al collasso per le condizioni di insostenibilità umana, per i suicidi, per la violenza quotidiana, per le storture mentali, fin quando non si affronta il valore della pena resterà la voce della vana promessa educativa e umana della Costituzione.
Le ultime sentenze degli assassinii di Giulia Cecchettin e di Giulia Tramontano chiedono la parola sulla pena vera e per ciò che è imperdonabile mettendo in più chiara luce il senso del per/dono come testimonianza sociale della propria vita. Giuseppe Ferraro