Da circa due settimane, la redazione del nostro giornale continua a ricevere segnalazioni che concorrono a ricostruire il clima che si respira dentro e fuori le scuole superiori del quartiere Ponticelli. Diversi genitori, in apprensione per l’incolumità dei propri figli, hanno raccontato un serie di episodi che sottolineano l’escalation di violenza giovanile che imperversa tra le strade del quartiere della periferia orientale di Napoli e dalla quale neanche le scuole del territorio sembrano essere immuni.
Due, in particolare, gli istituti scolastici dove si registrano le situazioni più critiche.
Nel primo caso, protagonisti alcuni studenti dell’istituto che sarebbero soliti recarsi a scuola armati di coltello e dediti a praticare rapine all’uscita di scuola, ma che avrebbero minacciato alcuni compagni con i coltelli anche nei bagni della scuola per farsi consegnare il denaro che avevano in tasca. Un istituto nel quale si registrerebbe la costante presenza di alunni tutt’altro che propensi a prestare attenzione alle lezioni e che pertanto trascorrerebbero le loro mattine nei bagni della scuola, stando al racconto di alcuni genitori, anche per spacciare sostanze stupefacenti. Lo scorso 18 novembre, in particolare, si sarebbe verificato un episodio che ha indotto i genitori a rompere il silenzio e denunciare pubblicamente la vicenda: un alunno, sorpreso a spacciare nei bagni della scuola da un docente, lo avrebbe minacciato con un coltello.
Anche nel secondo caso i genitori si sono fatti avanti per segnalare i pericoli ai quali sono esposti i loro figli all’uscita di scuola. Si tratterebbe di un istituto finito nel mirino di un gruppo di giovani rapinatori provenienti dal rione “Lotto 10” di Ponticelli e che armati di pistola e il volto coperto, avrebbero messo a segno una serie di rapine. Nel mirino dei rapinatori non solo gli alunni, ma anche alcuni genitori che dopo aver subito rapine mentre aspettavano i figli all’uscita di scuola hanno provveduto a sporgere denuncia presso il commissariato di Polizia di Stato del quartiere.
Molteplici anche le rapine subite da ragazzi, costretti a consegnare lo smartphone sotto minaccia di una pistola, mentre si dirigevano alla fermata dell’autobus per tornare a casa o mentre percorrevano strade del quartiere particolarmente isolate.
Un clima che preoccupa i genitori che individuano in quello scenario la condizione ottimale nella quale potrebbe consumarsi l’ennesima morte violenta di un giovane. Uno stato d’animo enfatizzato dai recenti fatti di cronaca. La comunità è ancora fortemente scossa dall’omicidio di Santo Romano, il 19enne di Volla ucciso nei pressi del Municipio di San Sebastiano al Vesuvio, la sera dello scorso 2 novembre. A un mese di distanza da quella morte, scaturita da un pestone che ha macchiato una scarpa griffata, nulla è cambiato tra le strade della periferia orientale di Napoli, dove continua a imperversare la presenza di giovani armati, soprattutto di cattive intenzioni.