I D’Amico del rione Conocal di Ponticelli sempre più braccati dai rivali del clan De Micco.
Uno scenario che concorre ad accrescere la tensione nel fortino dei “fraulella”, dove forte è il sentore che il clan rivale intenda consegnare alla famiglia D’Amico l’ennesimo morto da piangere. Un fatto confermato soprattutto dall’atteggiamento prudente adottato da diverso tempo dai membri della famiglia/clan del rione Conocal che vivono letteralmente barricati in casa, limitando al minimo indispensabile spostamenti ed uscite.
Quanto accaduto pochi giorni fa, concorre a confermare le tensioni in corso tra i due clan perennemente in conflitto.
Secondo quanto riferito alla redazione del nostro giornale da alcuni residenti in zona, lo scorso sabato 1° dicembre, un gruppo di soggetti con i volti coperti dai passamontagna, avrebbe fatto irruzione nel rione Conocal. Una volta giunti sotto casa dell’attuale reggente del clan D’Amico avrebbero iniziato ad indirizzargli pesanti inulti, per poi intimargli di scendere ed affrontarli. Un gesto eclatante che ha attirato l’attenzione dei residenti, allarmati dalle urla e ancor più dalle frasi che venivano scandite da coloro che hanno ripetutamente manifestato al ras l’impellente volontà di chiudere “quel conto in sospeso”. Una provocazione, ma anche una sfida plateale, l’invito a lasciare l’abitazione in cui si è barricato per affrontare i rivali. Non ricevendo alcun tipo di riscontro da parte del genero del boss Antonio D’Amico, stimato essere l’attuale reggente dell’omonimo clan, il commando si è quindi dileguato.
Un episodio eclatante, sulla bocca di tutti gli abitanti del rione e che ha destato anche più scalpore di una “stesa” per la sfrontatezza palesata dai rivali. La gente comune teme che quell’incursione possa fungere da “ultimo avvertimento” e che di qui a poco quello stesso commando potrebbe tornare nuovamente nel rione Conocal per mettere a segno un agguato.
Un evento che ufficializza in maniera inequivocabile i piani dei De Micco che si dichiarano apertamente intenzionati a colpire l’attuale reggente del clan D’Amico, finito nel mirino dei rivali già da diversi mesi. Poco prima dell’agguato in cui perse la vita Emanuele Pietro Montefusco, il ras riuscì fortunosamente a scampare alla morte, trovando riparo in un portone, insieme ai due gregari che si trovavano in strada insieme a lui, quando i killer fecero irruzione nel rione Conocal.
Incapace di replicare e/o tentare di colpire i rivali, i D’Amico restano arroccati nel loro fortino, seppure in più occasioni si sia rivelato vulnerabile, anche alla luce dei preziosi assist da alcuni parenti dei “fraulella”. E’ accaduto contestualmente all’omicidio di Annunziata D’Amico, quando a fare da apripista per il killer Antonio “XX” De Martino fu una delle sorelle Scarallo. Una storia che si sta ripetendo. Pochi mesi fa, infatti, un altro membro della famiglia D’Amico è passato dalla parte dei De Micco, creando così una situazione che questi ultimi mirano a sfruttare a proprio vantaggio. Una strategia palesata ai “fraulella” in almeno due occasioni eclatanti: l’inquietante minaccia indirizzata proprio all’attuale ras del clan quando furono collocati dei proiettili sulla finestra della sua abitazione. Un segnale ben recepito dai reduci del clan che avrebbero provveduto a sostituire le serrature dei portoni e a rafforzare le misure di protezione intorno alla zona dove risiedono tutti i fedelissimi del boss Antonio D’Amico. In quest’ottica, l’omicidio di Massimo Lucca, avvenuto lo scorso ottobre, rappresenta un altro tassello che si incastona in una serie di eventi che ricostruiscono un piano ben preciso e finalizzato a colpire l’attuale reggente dei D’Amico.
Nei mesi che hanno preceduto l’omicidio di Lucca, zio del ras dei D’Amico, si sono registrate numerosissime incursioni armate nel rione Conocal da parte dei rivali. “Stese”, raid intimidatori, ma anche azioni finalizzate a stanare un bersaglio da colpire.
L’ultimo atto andato in scena nel fortino dei D’Amico lo scorso sabato, concorre a palesare il piano dei De Micco, intenzionati a far uscire il ras rivale allo scoperto. Uno scenario che desta ulteriore allarmismo perché assai simile a quello che subentrò l’estate scorsa, quando nel mirino dei “bodo” era finito Salvatore Montefusco. Non riuscendo a colpire il ras del gruppo emergente del rione De Gasperi, i sicari ripiegarono su suo fratello Emanuele, seppure fosse estraneo alle dinamiche camorristiche. Non è escluso che questo sia anche il movente dell’omicidio di Lucca, zio del ras del Conocal, che potrebbe essere stato assassinato per consentire al reale obiettivo dei killer di uscire allo scoperto per mettere a segno una vendetta. Nel caso del ras del rione De Gasperi, a mettere fine alle ostilità concorse il tempestivo arresto di Montefusco, finito in manette insieme a suo figlio Carmine, pochi giorni dopo l’omicidio di suo fratello.
Mentre, dopo l’agguato costato la vita a Lucca, sul fortino dei D’Amico è calato il gelo. Ras, affiliati e parenti restano barricati nelle loro abitazioni, optando per uno stile di vita più che prudente. Un fatto che può aver spazientito i rivali, intenzionati a chiudere la partita, consapevoli che un agguato eclatante, come quello del genero del boss D’Amico e reggente dell’omonimo clan, in questo momento storico, metterebbe in ginocchio i rivali, seppure diverse figure apicali del clan siano in procinto di tornare a Ponticelli. La scarcerazione di Giuseppe Perella, al pari di quella di Salvatore Ercolani (rispettivamente marito di Carla D’Amico e di Annunziata D’Amico) vengono annunciate come imminenti. Proprio in vista di questo evento, i D’Amico avrebbero optato per un profilo basso, evitando non solo di cercare lo scontro con i rivali, ma battendo in ripiegata per limitare i danni e scongiurare altre morti.
I De Micco, dal loro canto, si mostrano tutt’altro che disposti a rivedere i loro piani e il sentore che possano essere pronti ad approfittare del primo passo falso del ras del clan rivale, appare un’ipotesi tutt’altro che remota.