Filippo Turetta è stato condannato alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin.
La sentenza della Corte d’assise di Venezia è stata letta nel corso del pomeriggio di martedì 3 dicembre dal presidente del Collegio Stefano Manduzio. Il collegio ha escluso le aggravanti della crudeltà e del reato di minacce, previsto dall’articolo 612 bis del codice penale, unificati dal vincolo della continuazione.
“La giuria sì è pronunciata – ha commentato Gino Cecchettin – ha comminato una pena, non entro nel merito, la rispetto, ma la battaglia contro la violenza continua, è una battaglia che dovremo fare come società. Bisognerà capire cos’è crudeltà e cosa stalking, ci sarà da dibattere. Domani si riparte coi messaggi di sempre, mi dedicherò alla Fondazione e continueremo nel nostro percorso con il comitato scientifico, cercando di salvare vite”. Cecchettin ha poi aggiunto che “prima ero impassibile, perché avrei accettato qualsiasi verdetto, ma nel momento in cui è arrivato, l’essere qui tutti, significa aver perso una battaglia. Andrò avanti con il mio percorso, oggi era una tappa dovuta per rispettare le leggi che ci siamo dati come società civile. È una sentenza, giustizia posso dire che è stata fatta secondo le leggi vigenti. Il percorso sì fa su altri campi”, ha concluso.
“La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società”. Con queste parole Gino Cecchettin ha commentato la sentenza nei confronti di Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. “Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o domani – ha proseguito – È una sensazione strana, pensavo di rimanere impassibile”. Rispondendo alle domande dei giornalisti Gino Cecchettin ha aggiunto che “è stata fatta giustizia, la rispetto, ma dovremmo fare di più come esseri umani. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, con concetti forse un po’ troppo lontani. Come essere umano mi sento sconfitto”.