Nel 2023 le infezioni di HIV e di AIDS in Italia sono aumentate. È uno dei dati principali che emergono dal Notiziario dell’Istituto superiore di sanità, il documento redatto dal Centro operativo AIDS (COA) e con il contributo di componenti del Comitato tecnico sanitario e di referenti della Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute.
Nello specifico sono 2.349 i nuovi casi registrati (200 in più dell’anno precedente), pari a un’incidenza di 4 nuove diagnosi per 100.000 residenti: Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna le regioni in cui si sono verificati i picchi più alti. E se l’incidenza aveva fatto registrare un calo dal 2012 al 2020, a partire dal 2021 è ripresa a salire. L’incremento più deciso dal 2020 è stato rilevato nella trasmissione eterosessuale e nelle persone della fascia d’età tra i 40 e i 49 anni. Proprio la trasmissione sessuale rimane la causa principale della maggior parte delle diagnosi effettuate: nell’ordine, maschi che fanno sesso con maschi (MSM), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali.
E se dal 2016 è in diminuzione il numero di nuove diagnosi di HIV negli stranieri, sia maschi che femmine, dal 2015 continuano a crescere i soggetti in cui l’infezione viene individuata tardivamente: lo scorso anno, tanto per rendere l’idea, due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM, sono stati diagnosticati con CD4 <350 cell/µ.L (il valore normale in adulti e adolescenti varia da 500 a 1.200 cellule/mm3). Le cellule CD4 (o linfociti T helper) sono un tipo di globuli bianchi che fanno parte della popolazione di cellule chiamata linfociti T o cellule T. Insieme all’esame della carica virale di HIV, il test per misurare il valore delle CD4 viene effettuato per valutare lo stato del sistema immunitario delle persone infettate dall’HIV e per verificare l’efficacia del trattamento antiretrovirale. Una sua diminuzione può essere sintomo, appunto, di infezione da HIV o anche di leucemia e altre neoplasie.
È il motivo che nel 2023 ha portato più di un terzo dei sieropositivi a effettuare il test a seguito della comparsa di sintomi o patologie correlate, mentre un quinto lo ha effettuato dopo comportamenti sessuali a rischio di infezione. Ad oggi, secondo l’Istituto superiore di sanità, in Italia vivono circa 14mila persone sieropositive, con un tasso di prevalenza di 0,2 ogni 100 residenti.
Ma ad aumentare sono anche le nuove diagnosi di AIDS: 532, per la precisione, circa 130 in più rispetto al 2022. In questo caso le persone con AIDS ancora viventi nel nostro Paese sono 24.760
Mai come in una data come quella del 1° dicembre, in cui come ogni anno ricorre la Giornata mondiale contro l’AIDS, diventa ancora più necessario mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare la società sull’importanza della prevenzione e, soprattutto, sulla necessità di seguire comportamenti corretti.