Il clan D’Amico di Ponticelli sta attraversando un momento di difficoltà oggettiva, alla luce degli omicidi e degli arresti che hanno concorso ad indebolire ulteriormente la cosca del rione Conocal. Non ultimi, l’agguato in cui ha perso la vita Massimo Lucca, zio dell’attuale reggente del clan e l’arresto di Carla D’Amico, avvenuto nel corso della mattinata odierna, mercoledì 20 novembre, per effetto della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione lo scorso 18 novembre e che ha decretato il ritorno in carcere della lady camorra, chiamata a scontare una pena residua che la tratterrà in carcere diversi anni.
Una situazione ulteriormente aggravata dal recente tradimento di alcuni parenti, uno su tutti Giuseppe Perrella, passato dalla parte del clan De Micco che in questo frangente più che mai sembra intenzionato a colpire i rivali per infliggergli “il colpo di grazia”, al fine di stroncare definitivamente i piani criminali bramati dai D’Amico in vista delle prossime scarcerazioni. A breve, infatti, dovrebbero tornare a Ponticelli diverse figure di spicco del clan dei cosiddetti “fraulella”: Giuseppe Riccardi, marito di Carla D’Amico, ma anche Salvatore Ercolani, vedovo di Annunziata D’Amico, la sorella dei boss Antonio e Giuseppe assassinata in un agguato di matrice camorristica sul quale spicca la firma dei De Micco e, infine, il primogenito di quest’ultima.
I D’Amico vivono in attesa dei prossimi sviluppi, auspicando di riorganizzare il clan di famiglia intorno alle figure in procinto di scarcerazione e nel frattempo cercano di sopravvivere come meglio possono. Forte è il sentore che gli esponenti del clan del Conocal vivano in una condizione di totale assoggettamento, anche psicologico, al punto tale da ripiegare su business ugualmente illeciti, ma più innocui.
Lo stato di difficoltà oggettiva attraversato dai “fraulella” viene evidenziato dal nuovo business illecito avviato dalla Carmela, figlia del boss Antonio D’Amico. Un’attività sponsorizzata sui social, a suon di dirette su TikTok e di video che promuovono la vendita di prodotti nella totale assenza di rispetto di tutte le normative previste dalla legge. Abiti per bambini venduti a prezzi irrisori, ingaggiando una concorrenza a dir poco sleale con i negozi accreditati alla vendita degli stessi capi d’abbigliamento. Il business illegale gestito tra le mura di casa e sponsorizzato sui social con l’aiuto di alcune collaboratrici, frutta a Carmela D’Amico un guadagno netto. Niente tasse, nessun tipo di onere. Molte volte, si tratta di abiti contraffatti o rubati dai depositi di stoccaggio con la complicità di qualche magazziniere che vende i plichi, contenenti centinaia di capi, a prezzi bassissimi che legittimano la vendita al ribasso degli stessi capi che nei negozi, per ovvie ragioni, costano molto di più.
Un business sempre più in voga tra le lady-camorra, come dimostra il coinvolgimento della moglie del ras dei De Micco in una filiera analoga che culmina nelle dirette social in cui le donne dei clan sfoggiano le loro doti di abili venditrici.
Non solo moda bimbo, ma anche detersivi di dubbia provenienza, come trapela dai frame pubblicati su TikTok dalla donna a capo del business illegale e che include finanche la vendita di detersivi sfusi e pertanto impossibili da tracciare.
Un business illecito, ma praticato alla luce del sole, ingaggiando anche una sorta di sfida con gli utenti che segnalano le dirette per impedire a un clan camorristico di trarre guadagni da un’azione tanto plateale, come la vendita illegale di abiti sui social network. Ciononostante, questa nuova fonte di foraggiamento, sta consentendo alle donne di casa D’Amico di continuare a sopravvivere, pur restando barricate in casa per sventare un possibile attacco dei De Micco.